Una splendida dimora teatro del mistero della nobildonna che strinse un folle patto con il Diavolo

 

È bellissima la donna che ci guarda dal quadro. Di fronte un sontuoso letto a baldacchino troneggia in quella che viene chiamata la Camera degli Sposi. Ci siamo arrivati “ infilando” il salone da ballo, con il soppalco per l’orchestra, e i salotti con gli arazzi del Seicento di Juste d’Egemont. Ritratto di un interno:quello di Palazzo Mansi a Lucca. La donna del quadro, Lucida Mansi.

Palazzo Mansi è in pieno centro storico: vicoli e strade strettissime avvolte nell’atmosfera medievale che Lucca restituisce ai viaggiatori sognanti. Quando Raffaello Mansi acquistò questa dimora per farne la sua  “Domus magna”, l’edificio si presentava lineare, ad un solo piano, con interni molto semplici.

Così fu decisa una prima ristrutturazione affidata all’architetto fiorentino Mazzanti di origine lucchese, che aggiunse prestigio e valore al Palazzo. Colpiscono soprattutto i soffitti  dove sono rappresentati, ad opera di un pittore fiorentino, Il Ciocchi, i quattro elementi (acqua, terra, fuoco, aria), uno per ogni stanza.

Proseguendo osserviamo che ovunque si vada ci si ritrova al punto di partenza (caratteristica del palazzo cinquecentesco), così si arriva nella sala degli stucchi, realizzata cento anni più tardi rispetto alla vecchia galleria. E ancora il Salone della Musica, le Stanze con l’allegoria di Minerva, di Bacco e del Sonno.

Ma torniamo alla Camera degli Sposi, teatro della storia che vogliamo raccontarvi.

 

 

Narcisista o serial killer?

Avvolta nel mistero, sospesa tra storia e leggenda, la vicenda di Lucida Mansi,“femme fatale”, comincia il 7 marzo 1606, quando nasce a Lucca da Vittorio Saminiati e Laura Marchiò. A vent’anni sposa Vincenzo Diversi, ma il matrimonio ha breve durata: l’uomo viene infatti ucciso nel luglio 1628 nella centralissima via Fontana con un micidiale colpo di archibugio. Ma nove anni più tardi Lucida si risposa don Gaspero Mansi, un nobile appartenente ad una famiglia molto conosciuta ed apprezzata in Europa per il commercio delle sete.

È vecchio don Gaspero ma ricchissimo. Vede Lucida come un capriccio: una moglie bellissima e giovane, da ostentare come un soprammobile, un quadro o una scultura preziosa. Giovane e avvenente, Lucida sa ben utilizzare il suo fascino per collezionare un amante dietro l’altro, mai sazia dell’amore carnale. Amanti che uccide attraverso un trabocchetto dotato di affilatissime lame, posizionato nella pavimentazione della famosa Camera degli Sposi. La sua reputazione è salva!

Lucida ama la vita galante, gli abiti preziosi, i gioielli ma soprattutto ama se se stessa. Infatti si circonda di specchi: sulle pareti, nel libro da messa, perfino sul letto, in modo che addormentandosi possa ammirare il suo viso dolcissimo e il suo corpo sinuoso.

Ma il tempo passa, le rughe cominciano a solcare il volto perfetto e senza filler, botulino e chirurgia estetica, Lucida invoca il Demonio e stipula un accordo infernale: trent’anni di  giovinezza in cambio dell’anima.

Così mentre tutti attorno a lei invecchiano, lei rimane sempre giovane e bella. E i suoi amanti? Continuano a morire nella botola maledetta tra atroci sofferenze. Un’autentica vedova nera!

Ma come per Dorian Gray, anche per Lucida arriva il giorno della resa dei conti. È notte. Entriamo nel palazzo, ora vuoto. Solo un servo  sconvolto indica la direzione da prendere.

Le urla folli di Lucida ci guidano infallibilmente verso la famosa Camera degli Sposi Lei è lì atterrita e attonita, gettata a terra da un giovane bellissimo che la trascina per la chioma, vestita solo dei suoi gioielli. Lucida cerca di sfuggire alla presa ma il giovane la insegue mentre grida bestemmie.

Nei corridoi e nelle stanze, domina il buio, il sole è tramontato, e non c’è luce. I quadri nei corridoi sono tutti uguali, e raffiguravano paesaggi foschi o personaggi seri. Rumori, urla, schianto di mobili e suppellettili:il pavimento si spalanca sotto ai piedi insanguinati della bella dama e lei precipita inesorabilmente.

Un odore infernale di zolfo e di morte sale insieme al suo urlo. Solo allora il suo diabolico inseguitore arretra e poi scompare. Il corpo di Lucida, inerte e sfigurato è trafitto da lame affilatissime, sotto di lei, le ossa di innumerevoli amanti.

Il fantasma e il cocchio

Pensate che la nobildonna abbia finalmente trovato pace? Neanche a parlarne.

Infatti secondo la leggenda il suo fantasma appare di notte, completamente nudo e su un cocchio infuocato attorno alle mura di Lucca; e dopo un breve tratto al galoppo precipita nel piccolo lago dell’Orto Botanico, un tempo il luogo di sepoltura di giustiziati, eretici ed appestati.

Si narra che chi guarda nello specchio d’acqua formato dal laghetto, veda il volto di Lucida ancora sognante le vanità terrene ed il piacere della carne.

Ma tutti i luoghi  legati alla famiglia Mansi sono abitati dallo spettro di Lucida. A Palazzo Mansi, nella Camera degli Sposi, dove è ancora visibile un cerchio che testimonia la voragine infernale.

C’è chi giura d’averla scorta nelle ore notturne, vestita completamente di bianco, nella sua villa di San Michele di Moriano ed in quella di Catureglio.

Qui si conservano ancora cinque suoi ritratti che la raffigurano ripresa da cinque direzioni diverse, come se la sua immagine, durante la posa fosse stata contemporaneamente riflessa da cinque specchi.

Anche a Segromigno in Villa Mansi, nelle notti di luna piena, Lucida si aggira silenziosa e diafana nel bellissimo parco, percorre i vialetti ed infine s’avvicina alla vasca per specchiarsi come era solita fare in vita, poi lentamente la sua immagine svanisce.