A chi li relegava all’happy hour serale o agli stuzzichini di compleanno, i lupini riservano una bella sorpresa: ben più che uno snack sfizioso, questo simpatico aperitivo è una fonte incredibile di benessere. Uno studio condotto dall’Università di Siviglia, con la collaborazione del Consiglio Superiore di Indagine Scientifica (CSIC), diretto dal professor Javier Vioque, ne ha misurato i parametri nutrizionali, la composizione chimica e il tasso di digeribilità. I risultati sono sorprendenti: una percentuale di proteine vegetali compresa tra il 23,8% e il 33,6% e un’altissima digeribilità (tra l’82% e l’89%): caratteristiche che apparentano il lupino alle altre specie di legumi e lo promuovono ad alimento completo e sano. Non più solo il “companatico” del prosecco nei brindisi conviviali, quindi, ma un integratore proteico da consigliare a tutti e un prezioso alleato contro malattie gravi come il cancro al colon e il diabete. Lo studio dell’equipe spagnola ha preso in esame sei varietà di lupini, che crescono per lo più spontaneamente nei terreni incolti dell’Andalusia: Lupinus angustifolius, Lupinus cosentinii, Lupinus gredensis, Lupinus hispanicus, Lupinus luteus e Lupinus micranthus. Javier Vioque, autore della ricerca, di prossima pubblicazione sulle pagine della prestigiosa rivista Food Chemistry, ha sottolineato l’interesse “per la conservazione e l’espansione di queste colture locali come fonte di cibo”. Per il lupino, cugino povero delle arachidi e dei pistacchi nei mix da bar, il passaggio a bomba proteica è una decisa rivincita.