“Dai nostri studi è emerso che socializzare risultava efficace quanto svolgere esercizi mentali per migliorare la memoria e il rendimento intellettivo”, ha spiegato Oscar Ybarra, psicologo dell’Institute for Social Research (ISR) dell’ateneo del Michigan, autore dello studio insieme a Eugene Burnstein dell’Isr e Piotr Winkielman dell’università della California.
Per illustrare il legame tra relazioni sociali e sviluppo intellettivo, sono stati condotti due studi. Il primo ha coinvolto 3.610 persone di età compresa tra i 24 e i 96 anni, sottoposte a un test utilizzato per valutare le conoscenze di carattere generale e la “working memory”. I partecipanti hanno inoltre riferito quante volte parlavano al telefono ogni settimana e quante si incontrano con altre persone. I ricercatori hanno trovato una connessione tra la frequenza dei contatti sociali e i risultati al test. Al più alto livello di interazione sociale dei partecipanti sarebbe corrisposto il miglior funzionamento cognitivo. E questo per tutte le fasce di età, dai più giovani agli anziani.
Nel secondo esperimento, 76 studenti di college tra i 18 e i 21 anni hanno svolto attività diverse. Il gruppo coinvolto in una discussione ha ottenuto ai test gli stessi risultati di chi aveva svolto un “allenamento” intellettuale. “Questo esperimento mostra come le interazioni sociali influenzino direttamente la memoria e la performance mentale in modo positivo”, ha commentato Ybarra, “come se fare una conversazione con un amico avesse gli stessi effetti positivi di fare le parole crociate”. Al contrario, i risultati degli studi farebbero ipotizzare che l’isolamento sociale possa avere un effetto negativo sulle capacità intellettive.