Il 19 dicembre esce in Italia Madagascar 2. Ben Stiller (voce originale di Alex), Chris Rock (Marty), Ale e Franz (Alex e Marty nella versione italiana) e Jeffrey Katzenberg (CEO Dreamworks) ci raccontano la loro “avventura”. Cosa c’è di voi nei personaggi che interpretate? B.S.: Alex è un Newyorkese DOC, e in questo c’è molto di me. Chiaramente non mi sono mai sentito un “Leone”, non ho la coda e la criniera. Ale: Alex è un personaggio molto infantile e in questo ho trovato molto di me stesso nell’interpretarlo. È bastato insomma che io ci mettessi la voce, il resto è venuto da sé. Franz: Marty è un personaggio molto al di sopra delle righe, divertente estroverso ed è stato molto stimolante interpretarlo. Alcuni di voi sono scrittori di serie TV famosissime o di film di grandissimo successo, quale è stato il vostro contributo nella scrittura del personaggio? B.S: durante le registrazioni siamo stati molto incoraggiati ad improvvisare. In fase di montaggio poi sono i registi a decidere quali sono le battute da mantenere o quelle da eliminare. C.R.: abbiamo collaborato moltissimo a rendere molto simili a noi i personaggi che abbiamo interpretato. Abbiamo poi avuto anche la possibilità di incontrarci alcune volte e registrare assieme rendendo così tutto molto più realistico. Una legge non scritta del cinema recita che il sequel di un grandissimo successo non riesce mai ad eguagliare il primo. Con che spirito avete affrontato Madagascar 2? J.K.: in realtà Madagascar è stato concepito come una trilogia. Poi chiaramente per avere la possibilità di girare il capitolo successivo dovevamo avere successo in quello precedente. La nostra forza credo che sia nella capacità di essere riusciti a mantenere assieme il team dei capitoli precedenti. Ognuno ha mantenuto il suo personaggio con il vantaggio di conoscerlo meglio e con la possibilità di approfondirne meglio la personalità e la psicologia. Anche dal punto di vista tecnico ci sono state delle grandissime innovazioni. Ad esempio la scena dell’aereo che cade è stata molto difficile tecnicamente ma ha avuto una riuscita perfetta. Guardando il film sembra esserci meno psicologia nei personaggi principali e invece sono molto più presenti i personaggi secondari, perche? B.S.: a dire la verità non trovo che ci sia meno psicologia nei personaggi principali. Le emozioni che provano sono tantissime, basti pensare alla storia d’amore e al ritrovamento della famiglia da parte di Marty. C.R.: la presenza più importante dei personaggi minori credo che debba essere vista come un’opportunità non come una mancanza dei personaggi principali. Soprattutto se questi personaggi vengono descritti con grande minuzia di particolari. Prevedete che nei prossimi episodi possa esserci una maggiore interazione tra i doppiatori e i personaggi? C.R.: Già in Madagascar 2 non abbiamo più paura della giungla e la lotta per la sopravvivenza ha lasciato il posto al lusso delle nevrosi, ora possiamo dedicarci a problemi meno immediati e più psicologici. B.S.: Nel terzo capitolo della trilogia probabilmente i nostri torneranno a casa ma sitroveranno differenti anche grazie all’esperienza di libertà che hanno vissuto in Africa. J.K.: Aggiungo anche che i nostri eroi potrebbero anche passare per Roma. Un vortice spazio-temporale potrebbe catapultarli nella Roma antica dei gladiatori. Ale: Io andrei volentieri anche in Irlanda, o a Dubai, per vedere da leone il nuovo grattacielo che hanno appena finito di costruire. Franz: Sì, sì a me Dubai va bene. Il tema della diversità è molto presente nel film, che tipo di messaggio pensate ne possa uscire? B.S.: L’amore e l’amicizia tra specie diverse è il nucleo centrale di Madagascar. Quello che ne esce è un messaggio di una possibilità di costruire rapporti nonostante le grandi diversità. Ale e Franz, come avete inserito la vostra dinamica di coppia nel rapporto tra leone e zebra? È stato difficile? Ale: Il duetto tra Alex e Marty era scritto talmente bene che è stato sufficiente usare bene i tempi e la voce e il gioco è stato fatto. Chiaramente il nostro affiatamento e la nostra complicità hanno contribuito alla riuscita delle scene in cui abbiamo interagito. È difficile reclutare dei grandi attori per far loro doppiare i personaggi dei film di animazione? J. K.: Innanzitutto è importante avere ottimi attori nei film di animazione perché così se ne arricchisce moltissimo il contenuto. Non è difficile convincerli a doppiare questi film perché in queste performances gli attori hanno la possibilità di sperimentare e di sentirsi liberi come non lo sono mai nei film “in carne ed ossa”. Ale e Franz, quanto vi siete divertiti? Franz: per la prima volta in Madagascar non abbiamo usato la nostra voce e nemmeno le nostre parole, mentre di solito noi siamo gli autori, almeno al 90% – dei nostri testi. È stato però un esercizio di recitazione molto importante. Ci siamo divertiti tantissimo, anche perché, col secondo capitolo, eravamo già “dentro” i personaggi. Io non ho figli ma i figli dei miei amici per due anni non hanno smesso di ricordarmi che ero una zebra, così quando ho iniziato ‘Madagascar 2’ ero già prontissimo.