Dopo il successo come sceneggiatore di film divenuti cult, basti pensare a L’avvocato del diavolo o alla trilogia de Bourne Identity – Supremacy – Ultimatum, Tony Gilroy esordisce nella duplice veste di regista e sceneggiatore regalando ai suoi fan un altro affascinante personaggio in lotta con sé stesso: Michael Clayton. A dieci anni dal magistrale affresco sulla vulnerabilità dell’animo umano de L’avvocato del diavolo, in cui Kevin Lomax (Keanu Reeves), avvocato di successo, si fronteggiava in un viaggio immaginifico ed immaginario con John Milton (Al Pacino) alias il diavolo, Tony Gilroy rientra nelle vesti di attento osservatere di un mondo spesso a confine tra legalità e illegalità come può essere quello giudiziario. Nei panni di Michael Clayton troviamo George Clooney. Velando per quanto possibile le sue doti di sex symbol, l’agognato attore interpreta il ruolo di faccendiere in uno dei più importanti studi legali di New York, avvezzo a lavare i panni sporchi di facoltosi clienti. Sommerso da debiti per un’attività imprenditoriale non andata a buon fine, e con un passato da giocatore d’azzardo, Michael Clayton prende ordini dal cinico co-fondatore dello studio  Marty Bach (Sydney Pollack).  Tony Gilroy adoperando la formula del flash back ripercorre le tappe che hanno portato Michael Clayton a ritrovarsi solo in aperta campagna sotto un cielo plumbeo ad ammirare con aria maliconconica tre splendidi cavalli. A scandire le tappe di questo viaggio a ritroso  sono le “incursioni” del figlio di Michael Clayton che, leggendo alcuni passi del libro Regno e Potere, si ritrova ad essere il mentore di Arthur Edens (Tom Wilkinson), avvocato civilista di punta dello studio legale. Questo in seguito ad un crollo psicologico illuminante decide di capovolgere le sorti della causa intrapresa dalle vittime di una società, la U/North, che opera nel settore dei prodotti chimici per l’agricoltura. Società che lo stesso Edens stava difendendo e portando alla vittoria. Antagonista di Michael Clayton, incaricato di risolvere ed appianare la faccenda, è l’algida Karen Crowder (Tilda Swinton), capo dell’ufficio legale della U/North, disposta a tutto pur di arrivare ad un patteggiamento e non all’inevitabile sconfitta. Così il film, dalla fotografia dai toni scuri, “fila liscio” sotto la regia attenta e minuziosa di Gilroy. Gli immensi studi legali, luoghi del potere, e la caotica città di New York si scontrano con la sconfinata campagna ad evidenziare il conflitto interiore di Michael Clayton, obbligato a scendere a patti con la propria coscienza e integrità morale. Non delude l’interpretazione di George Clooney, capace di rendere al meglio un uomo all’apparenza incapace di decidere della propria vita. Questa volta Gilroy dà poco respiro alla connotazione dei vari personaggi, che alla fine restano sospesi nell’immaginario dello spettatore senza catturarne l’attenzione.