In questa sua straordinaria epopea storica,  il regista russo premio Oscar Sergei Bodrov (Il prigioniero del Caucaso) racconta la vita e la leggenda di Gengis Khan.  Basato su  autorevoli documenti storici e scritto da Bodrov con Arif Aliyev, Mongol  ripercorre i drammatici  e tormentati primi anni del sovrano nato nel 1162 col nome di Temugin – dalla sua difficile infanzia, fino alla battaglia che segnerà il suo destino – facendone un ritratto complesso che  lo dipinge non più come lo spietato mostro dello stereotipo, ma come un nobile condottiero impavido e visionario. Mongol  racconta la storia di un uomo straordinario, svelandoci il fondamento su cui poggiava gran parte della sua grandezza: il rapporto con la moglie Borte grande amore della sua vita, e sua più fidata consigliera. Girato nei veri luoghi che hanno dato i natali a Gengis Khan, Mongol  ci trasporta in un periodo lontano ed esotico della storia del mondo,  in paesaggi nomadi fatti di spazi infiniti, estremi climatici e pericoli sempre in agguato (il film è stato girato in alcuni dei luoghi più isolati della terra – spesso la città più vicina era a 12, anche 15 ore di viaggio in auto, e lungo strade accidentate e rudimentali).  Mi interessa sempre prendere un personaggio famoso e approfondire la sua storia, prendere un cliché e scoprire com’era veramente. Mi sono chiesto: se era davvero un uomo tanto malvagio, accusato di aver ucciso milioni di persone, come è successo? Come è diventato Gengis Khan?, continua il regista. “Della sua infanzia non si sapeva nulla. Ho scoperto che era orfano di padre, che era uno schiavo, che tutti volevano ucciderlo; gli avevano rapito la moglie, e quano era riuscito a liberarla, lei era incinta. A quel punto, ho capito di avere per le mani la storia avvincente di un personaggio straordinario. Bodrov ha dedicato diversi anni a documentarsi, leggendo tutto quello che è riuscito a trovare su Gengis Khan. I testi accademici sono basati in larga parte su congetture, perché non esiste una biografia di Gengis Khan dell’epoca. L’unica storia mongola risalente a quel periodo storico è La storia segreta dei Mongoli, un lungo poema scritto da un autore ignoto qualche tempo dopo la morte di Temugin, avvenuta nel 1227. Per secoli,  si era pensato che La storia segreta dei Mongoli fosse andata perduta, finché una copia non è stata ritrovata in Cina  nell’800.  Con una interpretazione di grande  compostezza e sottigliezza, il giovane e apprezzato attore giapponese Asano Tadanobu (Zatoichi, Last Life in the Universe) riesce a cogliere quel fuoco interiore che permetterà a un giovane fuggiasco di diventare un conquistatore leggendario. Non meno efficaci sono i suoi comprimari, tra cui spiccano la splendida esordiente Khulan Chuluun nel ruolo della coraggiosa e  volitiva moglie di Temugin, Borte, e l’attore cinese Honglei Sun (La strada verso casa) nel ruolo del capitano mongolo Jamukha, il miglior amico di Temugin, e insieme il suo più letale nemico. Mescolando magistralmente azione e sentimenti, sullo sfondo di una natura aspra e selvaggia, Bodrov racconta una storia emozionante e sconvolgente di sopravvivenza e  vittoria, e insieme un amore senza tempo.