Nel 1814 Napoleone (Daniel Auteuil) giunge in esilio all’Isola d’Elba accolto dall’entusiasmo esaltato del popolino e del notabilato locale. Ma c’è qualcuno che non festeggia: il giovane Martino Papucci (Elio Germano), ultimogenito di una famiglia di commercianti di Portoferraio, maestrino idealista e libertario, poeta in erba e amante libertino della bella e matura Baronessa Emilia (Monica bellucci).

Martino detesta l’ex Imperatore e sogna tutte le notti di ucciderlo, per vendicare gli ideali rivoluzionari traditi e i tanti giovani mandati al massacro sui campi di battaglia di tutta Europa; così quando gli viene offerto di diventare scrivano e bibliotecario del nuovo Re dell’Elba, il ragazzo accetta con il segreto intento di compiere finalmente il delitto per il quale si sente predestinato. Ma l’impresa tirannicida si rivela più complicata del previsto: nella noia dell’esilio, il Bonaparte si diverte ad irretire quel giovanotto rivoluzionario, del quale probabilmente ha percepito subito l’ostilità, mostrandosi come un Eroe pateticamente al tramonto, ormai sconfitto, stanco e pentito.

Tra seduzioni e tradimenti, tentativi falliti e sorprendenti confessioni, si consuma l’incontro tra il candore e l’idealismo dei vent’anni con il disincanto dell’età adulta e la malizia del Potere. Fino alla beffarda e sorprendente delusione finale…

“Da tempo rimuginavo il proposito di raccontare in un film la stagione del fervore politico giovanile, che per quanto mi riguarda ha avuto luogo in un’epoca recente. Quell’esaltazione romantica che può portare un giovanotto di buone letture e d’animo idealista a sentirsi investito dal destino di compiere un gesto eroico, per dirla in modo foscoleggiante, a personale detrimento ma a beneficio dell’umanità. Il libro di Ferrero, col suo racconto sull’esilio elbano di Napoleone, ha fatto venir voglia agli sceneggiatori e a me di attribuire questo spirito ad un ventenne di Portoferraio, maestrino e poeta, che a dispetto dell’entusiasmo collettivo dei suoi concittadini, coltiva in solitudine un’ossessione tirannicida, nutrita di versi foscoliani e di sinfonie beethoveniane, raccontata forse con una specie di compassione ironica, ma in fondo anche con un certo grado di partecipazione.” Questa l’ispirazione di Paolo Virzì che lo ha portato a realizzare il suo primo film in costumi d’epoca, “N (Io e Napoleone)”.

Sceneggiato da un magnifico veterano come Furio Scarpelli con suo figlio Giacomo, dall’abituale collaboratore di Virzi’, Francesco Bruni, e dallo stesso regista, il film è interpretato in altri ruoli anche da Valerio Mastandrea, Sabrina Impacciatore, Massimo Ceccherini e Francesca Inaudi.