Il “sodalizio” tra i due geni è stato scoperto da uno studio internazionale condotto su oltre 90mila soggetti, che ha coinvolto 77 istituzioni di Inghilterra, Usa, Francia, Germania, Italia, Finlandia e Svezia. (per l’Italia ha partecipato l’Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia del Cnr di Cagliari).Nel corso dello studio, pubblicato da Nature Genetics, i diversi istituti hanno cercato nella popolazione i geni ricorrenti legati all’aumento di peso. Dobbiamo ancora scoprire come funzionano esattamente i due geni – spiegano gli esperti del Wellcome Trust Sanger Institute di Londra – ma questo è un passo fondamentale per capire come intervenire dal punto di vista biologico. ‘Ovviamente non si può cambiare la predisposizione genetica alle malattie – aggiungono gli studiosi- ma conoscendo i soggetti a rischio si possono far adottare stili di vita più sani e sviluppare farmaci specifici.