Da sempre considerata un rimedio naturale contro disturbi dell’umore come l’ansia e l’insonnia, negli ultimi decenni la lavanda è stata oggetto di ricerche approfondite e ha accumulato un buon corpus di evidenze scientifiche, molte delle quali riguardano il suo olio essenziale e l’impiego aromaterapico. Sono stati pubblicati studi di laboratorio e trial clinici su riviste internazionali importanti, come ad esempio Scientific Reports del gruppo Nature, e una recente metanalisi di ricercatori italiani ne ha confermato l’effetto positivo in una serie di condizioni di salute.

Ha fatto quindi abbastanza rumore, soprattutto in Francia, la notizia che l’Europa potrebbe vietare, o limitare, l’impiego dell’olio essenziale di lavanda e di altre piante come il timo. Alla base dell’allarme il ‘Green Deal’ e la nuova strategia chimica, con cui le autorità di Bruxelles intendono procedere verso un ambiente privo di sostanze tossiche, in cui le sostanze chimiche siano ‘utilizzate in modo più sicuro e sostenibile’.

In questa prospettiva la Commissione europea sta predisponendo la revisione del Regolamento sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze prevedendo di vietare l’uso delle sostanze chimiche più dannose nei prodotti di consumo. Anche gli oli essenziali potrebbero rientrare nella normativa, sia come prodotti finiti sia come ingredienti nella composizione, ad esempio, di cosmetici e, nel caso della lavanda, i riflettori sono puntati su uno specifico componente, il linalolo, sospettato di poter indurre delle reazioni allergiche. Se non il divieto assoluto si prospetta, dunque, un’avvertenza sulla confezione circa la pericolosità della sostanza, che avrebbe, però, un forte effetto deterrente sul consumatore, oltre ad aumentare gli obblighi amministrativi.

Bruxelles dal canto suo spegne gli ardori: un comunicato della Commissione ha spiegato che i timori della filiera della lavanda sono infondati, che l’Unione Europea non ha intenzione di vietare gli oli essenziali ma soltanto di “proteggere meglio la salute dei consumatori e l’ambiente” e che comunque non è stato ancora deciso nulla di definitivo.

Sappiamo che la proposta legislativa non sarà presentata prima della fine del 2022 e che dovrà in ogni caso essere discussa con tutti gli stakeholder del settore prima di essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, si ipotizza non prima del 2025.

Fonte: L’Erborista