Ad otto anni di distanza da Fuori di me e A domani, il 4 aprile Gianni Zanasi torna sul grande schermo con Non pensarci. Una commedia sofisticata e divertente che vanta un cast di attori bravissimi. Valerio Mastandrea è Stefano Nardini, una star mancata del punk rock indipendente, che quasi quarantenne si ritrova a possedere solo l’auto e la chitarra. Decide così di tornare dalla famiglia che non vede da tempo. In cerca di un riparo per riflettere, dovrà risolvere i problemi che i vari familiari gli prospettano. La mamma (Gisella Burinato) segue seminari di tecniche sciamaniche alla ricerca di una tranquillità interiore, la sorella Michela (Anita Caprioli) ha abbandonato gli studi per dedicarsi ai delfini, il padre (Teco Celio), reduce da un infarto, ha lasciato le redini dell’importante azienda di famiglia al figlio Alberto (Giuseppe Battiston) che sulla soglia del divorzio nasconde un terribile segreto…  Pur trattando argomenti difficili come il fallimento, il tradimento, il divorzio e soprattutto la famiglia, Gianni Zanasi riesce a far sorridere lo spettatore attraverso l’ironia. Una sorta di “gioco” che permette di vedere con maggiore leggerezza situazioni difficilmente sostenibili ma che, nel bene o nel male, appartengono alla natura umana.  L’importante era evitare di essere astratti. Considero la famiglia un gruppo di persone imperfette che nonostante ciò riesce a vivere insieme: la famiglia vera è imperfetta e ciò mi diverte. Continua il regista che ha scritto questo film con Michele Pellegrino (Uno su due, Nessuna qualità agli eroi) lasciando libertà ai personaggi senza ancorarsi a pregiudizi o concetti. Ho bisogno di scrivere un film come se fosse un film di avventura. Demolendo un aspetto tecnico si ottiene un film più personale e il personaggio diventa persona. Ed è proprio questa capacità che distingue i lavori di Gianni Zanasi. Capacità che lo stesso Valerio Mastandrea ha tenuto ha sottolineare affermando che Non pensarci racconta la provincia italiana che non è solo quella degli omicidi ma quella che ha fatto ricco il paese grazie all’imprenditoria. I ruoli nelle famiglie sono importanti e ne parliamo con grande leggerezza. La provincia, con tutte le sue contraddizioni, balza agli occhi dello spettatore mediante l’inserimento di “ritmi” caratterizzanti e personaggi stravaganti, come Luciano detto Matrix (Luciano Scarpa) oppure Nadine, una ragazza squillo non ancora del tutto “inaridita” dal suo mestiere (Caterina Murino). In Non pensarci, la “partitura recitativa” comica e ricca di sfumature maliconiche di Valerio Mastandrea ha permesso all’attore romano di ricordare che sembrare se stessi, arrivare allo spettatore in modo naturale dipende oltre che da un lavoro attoriale, che non so spiegare (e che forse mai capirò), anche da un impegno registico profondo. Concorde Giuseppe Battiston: In questo film c’è ironia. Questa leggerezza è un risultato non una caratteristica che permette a noi attori di metterci in ricerca e relazione con quello che stiamo facendo: non credo nella spontaneità. In attesa del sequel Ci penso io e Fate un pò come c…o vi pare, promessa scherzosa di Gianni Zanasi, godetevi Non pensarci.