Mangiare con gusto aiuta a restare magri. Questo è quanto si deduce dall’indagine realizzata da un gruppo di ricercatori dell’Oregon Research Institute (Ori), coordinati dall’esperto Eric Stice, su un campione di persone unicamente femminile.76 le ragazze esaminate nell’arco di un anno, di cui 33 adolescenti con un’età compresa tra i 14 e i 18 anni e 43 studentesse universitarie con un’età compresa tra i 18 ai 22 anni. Dopo aver sottoposto tutte le partecipanti a risonanza magnetica, per registrarne l’attività cerebrale, i ricercatori Usa dell’Oregon Research Insitute hanno scoperto che «la più debole risposta cerebrale di fronte a un milkshake al cioccolato» era associata «al maggiore aumento di peso a un anno di distanza». La ricerca, sulla scia delle precedenti, mostra ancor più chiaramente il legame tra la scarsa reazione cerebrale di fronte ai cibi e il gene responsabile del rilascio di dopamina,ovvero il neurotrasmettitore del piacere.Gli scienziati, inoltre, sono andati a cercare, sul campione femminile studiato, la TaqA1, una particolare mutazione genetica che comporta un numero ridotto di recettori per la dopamina nel cervello. E ad un anno di distanza, alla prova della bilancia, hanno potuto constatare come «bassa risposta cerebrale e variante genetica si associano sempre a un maggiore aumento di peso».