È passato un mese dalla domenica di follia seguita alla tragica morte di Gabriele Sandri, con le immagini in mondovisione di vandali che scorrazzavano fuori dall’Olimpico. Ieri, 12 dicembre, nuove immagini di tafferugli fuori dallo stadio, questa volta una caccia all’uomo tra bande di ‘tifosi’ della Roma e del Manchester (che dopo gli scontri dello scorso anno hanno rifiutato la scorta della polizia), per la serata di Champions League. Il bilancio alla fine conta sei feriti accoltellati, cinque italiani e un inglese, e sei inglesi fermati dalla polizia italiana. Purtroppo rischia di essere una contabilità da aggiornare continuamente. Non più tardi di due settimane fa, in occasione di Roma-Udinese, i tifosi romanisti si erano accampati al Circo Massimo, disertando la curva, in una sorta di Daspo volontario e in segno di protesta per la morte di Gabriele Sandri, troppo presto dimenticata. Stando al comunicato dei romanisti, si rimaneva fuori “non solo dalla curva, ma anche da questo stato di cose, da un sistema deviato che salvaguarda se stesso ed i propri interessi a discapito di tutto il resto. L’ultras”, continuava il comunicato, “va eliminato perché le curve sono oasi di pensiero libero e non omologato”. Che le curve siano oasi di pensiero libero e non omologato resta (purtroppo) spesso da vedere. Per riacquistare credibilità, forse, occorrerà fare anche chiarezza al proprio interno e isolare (e non subire) le frange più violente. Singolare e positiva, in questo senso, l’iniziativa degli ultras del Casarano, serie Eccellenza pugliese, di eleggere “il gruppo ultras più adatto a guidare il gruppo” attraverso il sistema delle primarie. Pare che il sistema elettivo venga a sedare le numerose fratture delle correnti all’interno della curva, essendo venuto a mancare, si legge nel comunicato degli ultras, “il principio basilare della convivenza”. Mali e rimedi di natura politica, come sempre più spesso di natura politica stanno diventando le curve. Se in Italia i tifosi eleggono i propri capi, in Israele fanno direttamente la squadra, realizzando così l’antico sogno di sostituirsi al ‘mister’ di turno. L’idea è di un imprenditore di 26 anni, Moshe Hogeg, la cui azienda web2sport, ha acquistato una piccola squadra delle terza divisione israeliana, l’ Hapoel Kiryat Shalom. Ai tifosi è data l’opportunità di scegliere gli uomini da schierare in campo su internet, visitando il sito ‘www. web2sport.com’. L’idea sembra sia nata dopo aver visto Messi languire in panchina nella partita del mondiale 2006 Germania-Argentina, quando tutto il mondo lo reclamava in campo: “un solo uomo” –racconta Hogeg- “ha deciso di non farlo giocare, e questo ha fatto perdere la partita all’Argentina”. In Italia, però, ci si era spinti oltre. Nel luglio 2004, a Eboli, ultima stazione di Dirceu, indimenticato fromboliere brasiliano anni settanta-ottanta, cui è intitolato lo stadio, i locali ultras, noti fino allora per i titanici scontri contro i battipagliesi e come tra i più disordinati nel napoletano, avevano rilevato direttamente la società allora in fallimento, diventandone il gruppo dirigenziale. Quell’anno l’Ebolitana vinse il proprio campionato, e la tifoseria del Dirceu, il premio fair play. Miracoli… Forse però Cristo si è davvero fermato a Eboli.