Sidney Lumet, dopo aver dato vita a classici come Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani, Quinto Potere e Serpico, in questa nuova pellicola affronta con uno sguardo maturo il lato più inquietante e sinistro della natura umana. Onora il Padre e la Madre è un thriller in cui una famiglia medio borghese deve affrontare la sua prova più difficile, il confronto con se stessa, uscendone distrutta. Alla soglia di 83 anni  e con l’occasione di celebrare il suo quarantacinquesimo film  Sidney Lumet è sempre stato affascinato da storie che ruotavano attorno a un nucleo familiare quasi sempre atipico o sotto pressione (come nel caso di Lungo Viaggio nella Notte), e da ragazzate finite male (come nel caso di Rapina Record a New York). Questo ultimo lavoro fonde alla perfezione queste due tematiche. L’attore premiato con l’Oscar Philip Seymour Hoffman interpreta Andy, un intemperante broker fuori controllo, che trascina il giovane fratello, Hank (il bravo Ethan Hawke), in un disonesto e difficile complotto: la coppia di fratelli decide di rapinare una gioielleria della città, tra tutti l’obbiettivo più semplice e veloce da portare a termine. L’anello debole di questo piano, magistralmente orchestrato, sta nel fatto che i proprietari della gioielleria in questione sono i genitori Charles (Albert Finney) e Nanette (Rosemary Harris) dei due maldestri fratelli, cosicché quando il piano apparentemente perfetto va storto, non tardano a bussare alla loro porta le disastrose conseguenze. La storia spinge lo spettatore a mettere da parte lo scetticismo e di rassegnarsi alle oltraggiose circostanze e comportamenti irresponsabili di cui è intriso il film. I tempi di reazione sono molto corti e questo porta lo spettatore ad essere spettatore dell’azione. Continua il regista  Non c’è tempo per approfondire il background degli attori o per confrontarsi con il loro passato. La narrazione, procedendo con il passo spedito di un treno in corsa, è fredda. Straordinaria la struttura temporale che racconta la storia attraverso frammenti di vita, in cui la prospettiva è costantemente mutevole. In sostanza, lo spettatore arriva ai personaggi così come i medesimi arrivano a conoscenza di verità sulla loro natura interagendo con la realtà che li circonda  e confrontandosi tra loro. Con la sua firma inconfondibile Sidney Lumet da vita al “crimine perfetto”, e ci invita a riflettere sulle inquietanti scelte che alle volte la follia impone alla psiche umana. Non si può tornare indietro una volta intrapreso il fatidico passo che conduce alla rovina.   Il titolo originale, Before the devil knows you’re dead, si riferisce ad un vecchio motto irlandese, che dice meglio arrivare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che siamo morti.