L’amore visto come soggetto universale. Pretesto per mettersi in gioco. Cura contro le ferite della vita, una vita prepotente incapace di assecondare le volontà degli esseri umani. Parlami d’amore, esordio di Silvio Muccino dietro la macchina da presa, ruota attorno a tre personaggi principali apparentemente differenti sia per età che per classe sociale. Personaggi uniti da fili invisibili, veri e propri fantasmi della memoria così radicati, da farli sentire inadeguati nei confronti del mondo che li circonda. Ognuno a modo proprio ha deciso di nascondersi alla vita.  Sasha (Silvio Muccino) è un ragazzo di 25 anni, nato e cresciuto in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Figlio di due drogati, unico sano tra i malati, decide di abbandonare Borgo Fiorito per vivere in quel mondo che per troppo tempo gli è stato negato. Un incidente ed entra in scena Nicole (Aitana Sanchez-Gijòn), una donna di oltre quarant’anni, che contagiata dalla vita di questo ragazzo si propone di aiutarlo. Nicole da qui in poi spenderà tutta se stessa per insegnare a Sasha le arti della seduzione, permettendo così a quel ragazzo goffo e maldestro di conquistare Benedetta (Carolina Crescentini), l’unico ricordo positivo della sua infanzia… Siamo di fronte ad uno dei pochi film italiani capaci di scavare nell’intimità, vero ritratto di un’umanità affranta, afflitta dai problemi del cuore così come da quelli della vita. Un’umanità che sogna,  che vive nel terrore di conoscersi veramente, che vede l’amore come unica salvezza di ogni problema. Parlami d’amore è dunque una storia inconsueta, vicina alla realtà di oggi, dove l’amore tra due persone di generazioni diverse non è più un tabù, dove una donna può essere sedotta da un uomo molto più giovane ed essere a sua volta amata da colui che sa vedere oltre i segni dell’età. É una pellicola che richiede una grande capacità di “ascolto”, difficilmente ghettizzabile, con un impianto visuale complesso. Parlami d’amore è ambientato a Roma. Brillante la scelta scenografica di raccontare una città decadente, délabré, ma di estremo fascino ottenuto grazie alla scelta dello stile liberty dei primi del ‘900, un misto tra sogno e realtà, un gioco di luci ed ombre. Sorprende l’idea che il regista Silvio Muccino sia sfuggito alla tentazione di fare un film “facile”. Tutto sembra nascere da una profonda ricercatezza, scelta meticolosa di tagli di luce, colori e movimenti di macchina.  Attore, scrittore ed ora anche regista, Silvio Muccino ha realizzato Parlami d’amore ispirandosi all’omonimo romanzo (300 mila copie vendute) scritto a due mani con Carla Vangelista e pubblicato da Rizzoli nel 2006. Ho letto il libro Parlami d’amore e ho detto a Silvio che avevo dei dubbi sul fatto che si potesse sceneggiare. Continua Gabriele Muccino: Poi ho visto il film e ho pianto per la commozione.