«Oggi c’è la tendenza a cancellare il tempo con la chirurgia plastica: io lascio che sia la natura a decidere i cambiamenti del mio viso e del mio corpo». Per essere un’attrice hollywoodiana – un’hollywoodiana che si è appena portata a casa l’Oscar per “Boyhood” – Patricia Arquette è in controtendenza. E non è questa la sua unica originalità, come rivela su “Io donna”, in edicola sabato 5 settembre, e su iodonna.it. «Lavoravo nelle serie televisive quando erano considerate di serie B. Vincere un premio non era ne miei piani. I miei genitori erano attori che non hanno avuto la carriera dei loro sogni, però mi hanno insegnato ad amare questo lavoro». E ad amare la giustizia sociale.

Nel suo discorso nella notte degli Oscar, ha parlato della disparità nei guadagni tra uomini e donne. «Il mondo è cambiato, tante donne crescono i figli da sole. Le difficoltà economiche che devono fronteggiare hanno un impatto forte sull’educazione dei figli. È una vera e propria malattia sistemica». E non si ferma qui: «Hollywood deve cambiare, deve capire che il pubblico vuole storie diverse. Invece lì pensano solo ai blockbuster per guadagnare soldi». E il suo discorso alla Notte degli Oscar ha avuto conseguenze? «In California è stata approvata una legge che permetterà ai dipendenti di un’azienda di discutere del proprio salario. Si viene licenziate in un battito di ciglia. Alcune categorie vengono sottopagate. Dopo il mio intervento si parla di più sui luoghi di lavoro di queste cose, ma è anche vero che se ne parla in modo infruttuoso da anni».