Considerato un ingrediente povero e difficile da utilizzare, per anni il pesce azzurro è stato a torto penalizzato a favore di pesci ritenuti più pregiati. Per fortuna, negli ultimi anni, c’è stato un cambio di rotta e le sue caratteristiche nutrizionali lo hanno riportato alla ribalta. È ricco di salutari grassi insaturi, che si ossidano facilmente e quindi, non tollerando una lunga conservazione, deve essere venduto e consumato il più possibile fresco. Non tutti sanno, poi, che gli esemplari di piccolo taglio, come alici e sardine, hanno un rischio inferiore di essere inquinati da sostanze indesiderabili rispetto ai pesci più grossi.

Il valore nutritivo
Uno dei punti forti del pesce azzurro è l’elevato contenuto di acidi grassi omega3, dotati di proprietà antinfiammatorie, protettive del sistema cardiocircolatorio e nervoso. La loro concentrazione è maggiore nei pesci più grassi quali gli sgombri e cambia secondo la stagione: le sarde, ad esempio, ne sono più ricche in estate. Come tutti i pesci, inoltre, quello azzurro è una buona sorgente di proteine: 100 g ne forniscono 17-20 g, una quantità paragonabile a quella della carne. Sono inoltre una buona fonte di vitamina D, fondamentale per fissare il calcio nelle ossa, e di diversi minerali, in particolare lo iodio.

Come conservare il pesce azzurro
Conservate il pesce azzurro, dopo averlo pulito con carta assorbente, nel reparto più freddo del frigo. Cucinatelo possibilmente entro 24 ore. Prima del consumo lavatelo bene, finché perde la colorazione rossastra. Congelate solo pesci freschissimi, dopo averli puliti, lavati, asciugati e messi negli appositi sacchetti.

FONTE: CUCINA NATURALE