L’arazzo di luce rossa alle sue spalle si spegne, e con esso le luci che dominano il teatro e che fino a quale momento hanno inondato lui e i musicisti. Ho parlato sempre tanto ai concerti, stavolta parlo di meno. Ma c’è una cosa che voglie dire: chi va via da Napoli non se ne stacca, non la dimentica. Io come Troisi, come Edoardo sono andato via, ma Napoli è con me. E quando faccio i concerti c’è sempre gente di Napoli che me lo ricorda. Pino Daniele è uno dei napoletani più napoletani che ci siano. Non è questione di accento, di tratti somatici, di carattere. È sentimento, passione. Quando, chiuso quel breve intervento, dai tasti del pianoforte si liberano le note di Napul è l’emozione all’interno del Teatro Antico invade senza preavviso le chiare pietre secolari. Taormina Musica Estate 2007 è anche Pino Daniele: il cartellone della seconda edizione della manifestazione musicale ospitata dalla perla della Sicilia (nel maestoso Teatro Greco) presenta Zucchero, Pat Metheny & Brad Mehldau, i Pooh, Raf, Fiorella Mannoia, Elisa e l’inossidabile artista partenopeo, che per questa stagione propone un formula live incentrata su un deciso ‘no’ ai reality show. Non ce la faccio a comprendere — spiega l’artista napoletano — quel surrogato di realtà raccontata dai reality. E provo grande delusione per quest’Italia che non vive la cultura come valore, ma come noia. Da qui la volontà espressa già dopo il secondo brano in scaletta di parlare poco di sé, facendo parlare più che altro le sue canzoni. Canzoni vecchie e nuove, momenti puramente acustici e ventate pop, con punte di jazz e lunghi ‘soli’ blues: tutto questo è il live estivo di Pino Daniele, estremamente d’effetto grazie alla band che porta con sé, sempre ‘pulita’ nell’esecuzione e pronta a far scatenare il pubblico che con le mani ha più volte ha scandito il tempo di brani come Je so’ pazzo o Che Dio ti benedica. Un’ora e quaranta che ha un po’ deluso il pubblico che si aspettava di ‘cantare’ più a lungo (una scaletta così ricca di brani che hanno fatto in parte la storia della musica leggera italiana scorre via molto veloce…), ma che ha comunque fatto scattare in piedi ad applaudire più volte la platea che dalle prime file alla cavea riempiva il teatro. Quando e Napul è sono stati i due momenti più alti dell’intero concerto, saggiamente inseriti dall’artista a metà scaletta e lasciati alle note solitarie di pianoforte e contrabbasso, che con la voce inconfondibile del cantante partenopeo hanno letteralmente catalizzato l’attenzione del pubblico, cristallizzando l’aria un po’ umida della notte d’estate siciliana.