RED ROAD, distribuito da Fandango e in uscita il 30 marzo, segna il debutto di ANDREA ARNOLD, vincitrice del premio Oscar per lo regia del cortometraggio WASP.

Jackie (KATE DICKIE) lavora come operatrice in un centro di sorveglianza con telecamere a circuito chiuso. Ogni giorno vigila su una piccola parte della città di Glasgow, proteggendo lo gente che vive sotto i suoi occhi. Un giorno le appare sul monitor un uomo (TONY CURRAN) che lei pensava non avrebbe mai più rivisto, un uomo che non avrebbe mai voluto rivedere. Ora non ha scelta, è costretta ad affrontarlo.

RED ROAD è parte di un’ originale trilogia intitolata Advance Party, la cui idea è stata quella di affidare lo stesso gruppo di personaggi a tre diversi registi che avrebbero realizzato ognuno un film. Tutti i film sarebbero stati girati in Scozia. “Gli sceneggiatori sono liberi di ambientare i film in qualsiasi parte della Scozia, secondo la geografia, il contesto sociale o etnico. Le sceneggiature possono prendere l’avvio da uno o più personaggi o possono dipendere da avvenimenti esterni. Tutti i personaggi devono comparire nei tre film e i ruoli assegnati agli attori saranno sempre gli stessi. La definizione dei personaggi in ogni film non influenza le altre sceneggiature. Le storie personali dei protagonisti possono essere sviluppate, si possono creare relazioni familiari tra loro e possono essere aggiunti personaggi secondari. Le relazioni interpersonali dei personaggi variano da film a film ed essi possono assumere ruoli più o meno importanti”.

Il film si intitola RED ROAD perché è ambientato negli appartamenti di Red Road, costruzioni visivamente molto impressionanti, che hanno una striscia rossa e sono davvero maestose. I Red Road presto saranno demoliti dopo alterne vicende durate cinque decenni. Ma Andrea Arnold ha ammesso di essere stata colpita dalle possibilità visive piuttosto che dalla cattiva reputazione degli edifici, che ha scoperto soltanto successivamente.

Andrea Arnold: “Avevamo protagonisti diversi per le nostre storie e io sono arrivata alla scelta di Kate Dickie e Tony Curran per la forte emozione che ho provato nei loro confronti lo prima volta che li ho incontrati.” Durante il casting, gli attori sono stati coinvolti in laboratori di improvvisazione per mettere a fuoco i personaggi, quelle prove hanno fornito molti spunti per la sceneggiatura di Andrea Arnold. “Quello che ho trovato interessante” ricorda Tony Curran, “è che alcune sfumature o parti di dialogo che avevamo improvvisato durante il provino, circa un anno e mezzo prima, Andrea li aveva inseriti nel copione. Tutto era autentico. Andrea è una donna intelligente, mi è piaciuto molto lavorare i questo modo e come ha diretto questo film. È stato sicuramente il ruolo più stimolante che abbia mai recitato”.