Tra i suggerimenti che possiamo darvi per un fine settimana a Roma, non può certo mancare la bellissima mostra alle Scuderie del Quirinale:MEMLING RINASCIMENTO FIAMMINGO. Fino al 18 gennaio 2015. Memling. Chi era costui? Beh se non lo sapete Hans Memling è l’artista che nella seconda metàdel Quattrocento, dopo la morte di Rogier van der Weyden sotto cui si era formato, divenne il pittore più importante di Bruges, cuore finanziario delle Fiandre.E per la prima volta in Italia la retrospettiva vuole mettere in luce il grande talento di un protagonista del Rinascimento fiammingo.
Non abbiamo notizie considerevoli dei primi anni di vita e della sua formazione: nacque a Seligenstadt (attuale Germania) tra il 1435 e 1440 ed è probabile che Memling abbia seguito un apprendistato di pittore a Colonia prima di iniziare a lavorare come artista itinerante nei Paesi Bassi. La sua dimestichezza con le composizioni e i modelli di Dieric Bouts e Rogier van der Weyden, chiaramente visibile nei suoi dipinti, suggerisce comunque che Memling abbia lavorato a Lovanio e Bruxelles prima di aprire la propria bottega a Bruges nel 1465.
Appena stabilitosi in quella città, Memling iniziò a ricevere commissioni prestigiose che accrebbero notevolmente la sua reputazione. In breve tempo, la sua diventò la bottega più prolifica di Bruges. Perchè tanto successo? Gran parte era dovuto alla sua popolarità presso la comunità dei mercanti stranieri e l’aristocrazia locale. Ma la sua fama superava i confini delle Fiandre. Infatti Memling ricevette commissioni da tutta Europa, di cui un quarto proveniente da clienti italiani che vivevano a Bruges.
Era conosciuto soprattutto per il suo formidabile talento di ritrattista: le sue opere pur tipicamente fiamminghe erano infuse di uno straordinario realismo, senza pari tra i contemporanei . Realismo che piaceva molto agli italiani. I modelli venivano ritratti con uno sfondo neutro, oppure davanti a un’ambientazione architettonica o paesaggistica realistica. Questa composizione non piaceva solo ai committenti ma anche, udite, udite, ad artisti del calibro di Botticelli e Leonardo da Vinci.
Farsi fare un ritratto da Memling diventò uno status symbol per i ricchissimi mercanti-banchieri (non molto diverso dai giorni nostri) che ritroviamo raffigurati in preghiera nelle opere insieme ai Santi e la Vergine col Bambino , come nel caso del Ritratto diBenedetto Portinari (in mostra), che originariamente costituiva il pannello destro di un trittico poi smembrato.
Ma l’artista oltre che con gigantesche pale d’altare (destinate sempre a abbellire le cappelle private dei ricchi banchieri) si cimentò con piccoli dittici e trittici devozionali che si prestavano a soluzioni ingegnose:il committente poteva personalizzarne l’iconografia in funzione delle proprie preferenze devozionali. Una parte forse ancor più importante del mercato dell’arte fiammingo era costituita dalle immagini religiose su singolo pannello, come ad esempio i “tondi” di Memling, fatti per essere girati tra le mani durante la preghiera o per essere appesi a un muro.
Negli anni che seguirono ’arte di Memling continuò a ispirare gli artisti italiani, e questo non solo dal punto di vista stilistico. Lo si vede chiaramente dalla Trasfigurazione di Sandro Botticelli (in mostra), che attinge all’intensa spiritualità delle tavole devozionali dei Paesi Bassi.
Che siano ritratti o pale devozionali, le opere di Memling colpiscono per il realismo che si sprigiona dai tratti del volto, sia comune mortale che soggetto divino. Insomma una mostra imperdibile che sicuramente di invoglierà a visitare Bruges. Una città fantastica: palazzi, ponti, scorci suggestivi visti attraverso i canali tuttora navigabili testimoniano che l’atmosfera rinascimentale è intatta. La ricchezza dei mercanti pure:è visibile guardando gli edifici che si affacciano sul Markt, le loggie e i ricchi palazzi delle nationes. Questa ai tempi di Memling era la piazza commerciale per eccellenza, superiore a Londra. Non solo una città commerciale. Anche le arti trovarono terreno fertile. Come sappiano vi fiorirono i geniali “PRIMITIVI FIAMMINGHI” nel cui novero Memling occupa il posto d’onore.
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