Piazza Vittorio a Roma. Un vecchio palazzo umbertino diventa teatro e “scontro” di una piccola folla multetnica. Nell’universo chiuso chiuso del condominio si consumano dispetti tragici e ridicoli. I protagonisti svelano frammenti di vita intrecciati attorno all’ascensore, spazio comune motivi di liti. Emergono paure, diffidenze e si consuma lo scontro di civiltà inteso come ricerca e affermazione di un’identità ambita da ciascuno dei personaggi. Ricerca che non mette in opposizione solo italiani e stranieri ma riguarda gli stessi italiani. In questo contesto una morte improvvisa rompe l’instabile equilibrio condominiale e tutti appaiono potenziali assassini.