Immaginate di incontrare all’interno del Beacon Theater di New York Martin Scorsese e i Rolling Stones. Nell’autunno del 2006 il sogno è divenuto realtà: dal loro incontro è nato il docu-film musicale Shine a Light che, dopo essere stato presentato all’ultima edizione del Festival di Berlino, approderà nelle sale italiane l’11 aprile.  Così il regista premio Oscar (per The Departed) ha diretto un gruppo di leggendari cineasti (il premio Oscar John Toll, il premio Oscar Andrew Lesnie, Staurt Dryburgh, Robert Elswith e Ellen Kuras) per imprimere su pellicola il concerto della band che ha rivoluzionato il rock. Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Ron Wood hanno pensato di inserire un ulteriore tassello al quasi mezzo secolo di storia costellata da successi (ed eccessi).Dopo aver realizzato No direction home: Bob Dylan, Martin Scorsese si è avvalso del direttore della fotografia premio Oscar Robert Richardson (The Aviator) per poter rendere al massimo l’atmosfera di questo “trip musicale”. All’energia, alla voce e alle movenze di Jagger, vero protagonista di uno show ipnotizzante, si inseriscono le sonorità di Ronnie Wood e dell’eccentrico Keith Richards. Non a caso è a quest’ultimo che Johnny Depp si è ispirato per il suo Jack Sparrow de I Pirati dei Caraibi.Le due ore di musica si intrecciano a brevi clip e interviste d’archivio. Tra un successo e l’altro, l’instancabile Jagger duetta inoltre con il bluesman Buddy Guy, il giovane Jack White (dei The White Stripes) e la sexy Christina Aguilera. Shine a Light è dedicato al guru della musica Ahmet Ertegun (fondatore dell’etichetta discografica Atlantic Records e scopritore di talenti del calibro di Ray Charles e Led Zeppelin), morto a 83 anni a causa di una rovinosa caduta durante la registrazione del concerto al Beacon Theater.  A proposito dei Rolling Stones: I Rolling Stones. La leggenda ha inizio a Londra nel 1962. La loro musica un condensato della musica precedente e una colossale influenza in una buona parte di quella che è venuta dopo.  Con il loro grande interesse per il blues e il R&B, gli Stones avvicinano i giovani americani a una musica  ancora sconosciuta alla grande maggioranza degli americani bianchi. Benché nei primi anni della loro carriera non fossero politicamente impegnati, la loro passione per la musica afro-americana – da Robert Johnson a Muddy Waters, da Howling Wolf a Chuck Berry, Marvin Gaye e Don Covay – riecheggia i temi e gli obiettivi del movimento per i diritti civili. I Rolling Stones – Mick Jagger, i chitarristi Keith Richards e Brian Jones, il bassista Bill Wyman e il batterista Charlie Watts, nella formazione di allora – hanno incarnato lo spirito ribelle del tempo. Canzoni come “Satisfaction”, “Street Fighting Man”, “Sympathy for the Devil” e “Gimme Shelter” esprimono la violenza, la frustrazione e il caos di un’ epoca.  Gli anni ’60 sfumano nei ’70: gli Stones hanno un exploit creativo senza precedenti nella musica pop. Beggars Banquet (1968), Let It Bleed (1969), Sticky Fingers (1971) e Exile on Main Street (1972) compaiono abitualmente  nelle liste dei migliori album di tutti i tempi. Mentre gli Stones lavorano a Let It Bleed, Brian Jones muore, lo sostituisce  Mick Taylor, un chitarrista che aggiunge un elemento originale al sound del gruppo.  Nel 1978, l’album Some Girls  affronta la sfida del punk (“When the Whip Comes Down”) – di cui gli Stones avevano già anticipato energia e stile, dieci anni prima – ma ha anche abbracciato i ritmi sinuosi della disco-music (“Miss You”). L’album è uno dei migliori di quel decennio. Nel frattempo, nel ’75 la band sostituisce Mick Taylor con Ron Wood, aggiungendo un elemento chiave alla formazione che poi doveva durare altri treni’ anni. Tattoo You (1981) aggiunge  al repertorio degli Stones i classici “Start Me Up” e “Waiting on a Friend”. Dirty Work, forse il più sottovalutato degli album degli Stones, esprime un sound scatenato  Con l’uscita di Steel Wheels nel 1989, gli Stones tornano di nuovo in tour, dopo sette anni, inaugurando l’ultima straordinaria fase della loro carriera. In questo periodo, realizzano nuovi album di grande forza e successo – Voodoo Lounge (1994), Bridges to Babylon (1997) – oltre allo splendido album live Stripped (1995) e alla divertente e fortunata raccolta di successi Forty Licks (2002). A Bigger Bang (2005), il primo album di materiale nuovo pubblicato dalla band nel nuovo secolo, continua a raccontare l’avvincente storia degli Stones, con l’energia trasgressiva di sempre.