SiCKO, il nuovo film del realizzatore premio Oscar Michael Moore, mostra come il sistema sanitario statunitense sia all’ultimo posto tra le nazioni sviluppate, nonostante abbia un costo per persona maggiore di ogni altro al mondo. Il regista cerca delle risposte in Canada, Gran Bretagna e Francia, dove tutti i cittadini ricevono un’assistenza medica gratuita SiCKO ha avuto origine nel 1999, quando Michael Moore ha girato una parte del primo episodio della sua serie televisiva The Awful Truth, affrontando il caso di Chris Donahue, un uomo moribondo che stava lottando contro la sua compagnia di assicurazioni per un trapianto di pancreas. Dopo il duplice successo del documentario vincitore dell’Oscar Bowling a Columbine e il campione di incassi Fahrenheit 9/11, Moore torna in pista affrontando la crisi della previdenza sanitaria americana, in questo caso trasferendo l’argomento sul grande schermo.   “Questo film parla dell’assistenza sanitaria, ma non solo di essa”, sostiene Moore. “Come avviene con tutti i miei lavori, io affronto un soggetto e lo utilizzo come uno strumento per presentare dei problemi e delle idee più complesse. In questo caso, sto cercando di rispondere ad una domanda più ampia: perché tutti i cittadini della più grande nazione industrializzata occidentale non hanno una copertura sanitaria universale? Perché proprio noi? Cosa c’è di sbagliato in noi?”.  Quando si è sparsa la voce sul soggetto che sarebbe stato affrontato nell’ultimo film di Moore, le corporation statunitensi che si occupano di assistenza sanitaria hanno iniziato ad agitarsi. Ken Johnson, il vicepresidente responsabile del gruppo societario Pharmaceutical Researchers & Manufacturers of America, ha detto ad un giornalista che i responsabili di queste aziende “stavano andando fuori di testa e strappandosi i capelli”.  Tuttavia, fin dall’inizio del progetto, Moore è sempre stato interessato ad onorare le vittime del sistema sanitario statunitense americano così come a smascherare i cattivi. Nel febbraio del 2006, ha pubblicato una chiamata alle armi sul suo sito www.michaelmoore.com (a questa pagina: http://www.michaelmoore.com/words/message/index.php?id=193), chiedendo ai lettori e ai fan di mandare le loro terrificanti storie personali legate all’assistenza sanitaria. In una parte del messaggio scriveva: “Se volete farmi sapere cosa avete dovuto affrontare a causa della vostra compagnia di assicurazioni o come si vive senza avere nessuna assicurazione, o come gli ospedali e i dottori non vogliano curarvi (o, quando lo fanno, come vi riducono sul lastrico per pagare i loro conti folli)… se avete subito degli abusi da parte di questo sistema malato, avido e spregevole e se questo ha causato a voi o ai vostri cari grande dolore e disperazione, fatemelo sapere”. Ma non avrebbe mai potuto prevedere la reazione della gente, considerando il diluvio di oltre 25.000 mail ricevute soltanto nella prima settimana.  Le storie parlano da sole. Ma a parte questo, c’è il problema di come le compagnie di assicurazione possano letteralmente farla franca per i loro crimini. Numerosi addetti ai lavori e gole profonde hanno contattato Moore, impazienti di rivelare pubblicamente le loro storie su come le industrie assicurative guadagnino miliardi di profitti non concedendo l’assistenza necessaria ai pazienti a cui spetterebbe. “Mi è stato detto che non mi veniva negata l’assistenza, ma il pagamento”, era una delle frasi che si sentivano ripetere più spesso.  Alla fine, almeno secondo l’opinione di Moore, SiCKO non mostrerà soltanto un sistema a pezzi e offrirà delle solide alternative, ma anche la sua crescita come realizzatore. “Bowling a Columbine non era Roger & Me e questo film è diverso da Fahrenheit 9/11”, sostiene il regista. “Quando la gente va al cinema, si aspetta un prodotto che li farà ridere, piangere o riflettere. Loro vogliono qualcosa di originale e fresco e io non sono interessato a fare sempre le stesse cose. Penso che alcune persone rimarranno sorprese dalla vastità di contenuti presenti in questo film”.  “Sapevo che sarebbe stata una sfida”, conclude Moore. “Non c’è un solo personaggio o un’unica società da odiare in SiCKO, si tratta di un sistema intero. Con SiCKO volevo affrontare un intero film senza dover sbattere alle porte del potere. La situazione si risolverà soltanto quando tutti si alzeranno e diranno basta!”.