SomewhereRegia: Sofia Coppola  Johnny Marco (Stephen Dorff), famoso attore cinematografico statunitense conduce una vita squallida tra festini, sciocche interviste e prove trucco, quando la sua privacy viene invasa dalla figlia Cleo (Elle Fanning), frutto di un matrimonio fallito. La ragazzina con la sua semplicità, la sua capacità di sorprendersi e il suo affetto disinteressato, porterà il padre a riflettere sulla sua esistenza superficiale.Tra un giro in Ferrari ed un tuffo in piscina, padre e figlia diventano lo stereotipo della genitorialità materialista tipica di quella borghesia capitalista arricchita ma digiuna di una base culturale che motivi l’arricchimento stesso. Sulla scia di Lost in Traslation (2003), Sofia Coppola continua con discrezione a posare il suo sguardo sui moti interiori degli uomini ricchi e famosi, tirando le somme su di un mondo che le appartiene e che probabilmente disprezza. Girato in 35mm con parecchie inquadrature a macchina fissa, è un film che non vuol usare artifici narrativi per costruire scene d’impatto ma vuole mostrare corpi in movimento,  fine a se stessi in una Los Angeles  anonima e annoiata. Per quanto voglia essere intimista, Somewhere, non riesce a coinvolgere e finisce per essere un insieme di situazioni con sottofondo musicale spesso forzato e l’unico colpo di scena coincide con la sequenza nella quale il senso del titolo diviene manifesto.