La leggenda narra che Filippide corse per 42.195 km da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria degli ateniesi sui persiani. Hartmann Stampfer di Fié allo Sciliar, tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO) dell’area vacanze Alpe di Siusi, il maratoneta lo fa per passione, con il fiuto da viaggiatore e di esploratore di nuovi mondi. Tra tutte le maratone percorse l’ambizioso corridore può vantare di averne già collezionate 200 in tutti i continenti e in 49 Stati. Con ottimi risultati. Le sue statistiche personali infatti parlano di 44 maratone in meno di 3 ore e mezza, 150 in meno di 4 ore, 49 in più di 4, anche se in realtà a lui non interessa tanto il tempo con cui raggiungere la meta quanto l’esperienza nello scoprire posti nuovi.

Stampfer, classe 1960, ha cominciato la sua avventura nel 2001 quando con i figli si allenava intorno al Laghetto di Fiè e tra i tracciati alle pendici dello Sciliar, che continuano ad essere per lui palestra per tenersi in forma. Poi, dalla Maratona dell’Alto Adige del 2002, la mappa geografica di Stampfer si è riempita di decine e centinaia di mete, da attraversare come un viaggiatore alla ricerca dell’anima di ogni luogo. Roma, Firenze, Napoli, San Pietroburgo, Berlino, Londra. Viaggio e corsa sono diventati un connubio indelebile, al motto che “ogni maratona è unica e dovrebbe essere ricordata come tale”. Prima di partire c’è un meticoloso lavoro di organizzazione, supportato dalla moglie Johanna che lo segue quando è possibile e documenta con foto e video le sue imprese around the world (ha anche un sito www.stampfer.org ).Bisogna trovare il pernottamento più adatto, studiare il percorso, ammortizzare i costi. Ma ogni volta l’esperienza si fa indimenticabile.

Non sono mancate maratone insolite, come quando Hartmann Stampfer ha girato di corsa la prigione di Darmstadt con 25 detenuti allenati da 6 mesi, o come quando ha attraversato l’antica galleria dell’Elba ad Amburgo, una miniera di potassio in Turingia 700 metri sotto terra, oppure sui due piani di un edificio di Norimberga. Si è dilettato anche in “doppiette”, competizioni di due giorni, ed ha sempre tagliato il traguardo. Ma in fondo per lui che si definisce “ambizioso podista amatoriale”, “correre è una cosa importante, ma non la più importante”.

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