“Già dal titolo dell’album si evince il fatto che si tratta di un’insieme di suoni e culture diverse derivati dall’influenza del gruppo, dopo tanti concerti in Italia e, soprattutto, all’estero”. ‘Suonoglobal’: questo il titolo dell’ultima fatica di Roy Paci & Aretuska, quarto album dei siciliani più ritmati d’Italia. “Suoni e culture diverse” dice Roy, il che significa anche linguaggi diversi: già mescolanze di spagnolo e dialetto siculo facevano da padroni nei passati dischi, con alcuni passaggi in inglese, e qui in ‘Suonoglobal’ il trombettista per eccellenza dichiara di aver fatto, in quanto a idiomi, un bel 12 (mettendoci dentro, ovviamente, anche l’immancabile siciliano, a cui stavolta fa compagnia un ‘vicino di terra molto musicale, il napoletano).

“Ogni giorno io sorrido, altrimenti morirei dentro” canta nel suo spagnolo Manu Chao, grande sodale di Roy Paci. Una frase “forte” secondo l’autore dell’album, frase firmata dallo stesso Manu Chao che rispecchia tutto l’andamento del brano principale del disco (già presente in radio), “Toda joia toda beleza” (nel quale il ‘clandestino’ suona anche la chitarra), un brano sì molto cadenzato, ma con un andamento melodico che fa l’altalena fra toni maggiori e toni minori, ossia tra un carattere solare e un atteggiamento un po’ più buio. Roy, infatti, precisa: “Nel pezzo Manu fa da controcanto a me che parlo di gioia e bellezza, mentre lui sottolinea come per averle siano necessarie fatica e lotta”.

Pau dei Negrita, Raiz, Erriquez della Bandabardò, Caparezza insieme ai Sud Sound System, i rapper romani Cor Veleno sono gli altri nomi che hanno firmato insieme a Roy l’affascinante ‘Suonoglobal’ offrendo i loro talenti (rispettivamente in “Giramundo”, “Siente Ammè”, “È meglio la vecchiaia”, “Mezzogiorno di fuoco” e “Tango mambo jambo”). L’aiuto di Fabrizio Barbacci, poi (produttore anche di Ligabue, dei Negrita e di Gianna Nannini) ha contribuito a confezionare un prodotto degno degli altri, sempre suonatissimi e ballatissimi, realizzati dai terribili siciliani ‘do mundo’.

Latin-sound: questa la marca di ‘Suonoglobal’, vera e propria evoluzione, una crescita musicale che aveva già mostrato i denti in ‘Baciamo le mani’ (2002), primo lavoro del ‘padrino’ con i siracusani Aretuska, e aveva poi cominciato a camminare con ‘Tuttapposto’ (2003) e a ‘sautari’ (come grida Roy dai palchi) con ‘Parola d’onore’ (2005). Quest’ultimo lavoro contiene in pratica tutti e tre i precedenti, dopo averli diffusi per il mondo e averli ritirati per una rielaborazione senza frontiere, ma sempre ben lontana dalla globalizzazione: “Suo-no-global”, come recita il nome del disco…