Al suo sesto lungometraggio Pierre Salvadori firma la regia e la sceneggiatura di Ti va di pagare? Priceless, una commedia brillante che non disdegna una critica alla lotta di classe intesa dallo stesso regista come “persone che possiedono altre persone”.Jean (Gad Elmaleh) è uno schivo e timido cameriere di un lussuoso albergo, Irène (Audrey Tautou) è una bellissima accompagnatrice per facoltosi uomini d’affari: quando i due si incontrano per Jean è amore a prima vista. Irène pensa però che sia un intraprendente milionario e quando scopre la sua vera identità fugge a gambe levate. Jean è disposto a fare qualsiasi cosa pur di conquistare la sua amata, la insegue e la ritrova sulla Costa Azzurra. Finito al verde, in un battibaleno, decide di adottare il suo stesso stile di vita, diventando un gigolò. La sua nuova professione lo riavvicina ad Irène che inizia addirittura a dargli dei piccoli consigli e senza rendersene conto si affeziona sempre di più a lui…Non bisogna farsi illudere dalla storia perchè in questo film l’amore non è nè il punto focale nè l’illusuria via d’uscita davanti al mondo, idea che molte commedie sentimentali invece adottano. Qui l’amore è un problema e non una soluzione. A fare da filo conduttore una moneta da un euro , adoperata da Salvadori per permettere allo spettatore di comprendere a pieno l’evoluzione di Jean e Irène. Lui un uomo sottomesso, schiacciato dalla sua timidizza. Lei una donna dura, con difficoltà ad abbandonrsi all’amore. Quando Pierre Salvadori ha scritto la sceneggiatura con Benoit Graffin aveva già in mente per i suoi  due personaggi Audrey Tautou (l’Amélie de Il Favoloso Mondo di Amélie, qui dimagritissima) e Gad Elmaleh (Una Top Model nel mio Letto). Di Audrey apprezza la fantasia mentre di Gad è attratto dalla capacità di servirsi al meglio del proprio corpo “comico”. La regia, che pivilegia i “fuori campo” dei personaggi, è concepita per essere “guardata”. Si lascia una parte della drammaturgia all’immaginario dello spettatore in maniera tale da collegarlo al film. Se prima Salvadori, quando scriveva o dirigeva un film era sempre un pò infastidito nel citare Lubitsch o La Cava o Leisen, adesso invece rivendica la loro influenza ad alta voce. Vedo e rivedo i loro film per cercare di fare qualcosa di diverso, per non dare al pubblico una semplice commedia come tante altre. Continua il regista Non li perdo più di vista,  per me sono una sorta di bussola per non perdere mai la strada! trailer