L’aggiunta alla normale chemioterapia di quattro cicli di un altro farmaco, il docetaxel, renderebbe possibile la riduzione del rischio di recidiva del carcinoma al seno e quindi di morte.I dati arrivano dal Congresso di Oncologia (ESMO) in corso fino al 16 settembre a Stoccolma e andrebbero proprio ad incidere proprio su quel gruppo di donne più esposte alla ricaduta. Infatti,nel cancro al seno, la probabilità di ammalarsi di nuovo può arrivare al 70% se i linfonodi sono positivi, cioè se contengono cellule neoplastiche.Si tratta del maggior risultato ottenuto da uno studio condotto su 998 donne in 50 centri oncologici italiani, con la collaborazione dell’Università “Federico II” di Napoli. Dopo l’intervento chirurgico, un gruppo di donne è stato trattato con una combinazione di farmaci a base di epirubicina più CMF, mentre ad un secondo gruppo è stato somministrato, oltre al precedente protocollo, anche un medicinale a base di docetaxel. A distanza di 62 mesi, i dati ottenuti nella nuova terapia hanno mostrato una riduzione di un quarto del rischio relativo di ricaduta e di un terzo quello di morte. Il carcinoma della mammella è la neoplasia maligna piu’ frequente nella donna: ne colpisce una su 10, oltre 31.000 nuovi casi ogni anno in Italia. E, nonostante i notevoli progressi delle ricerche, le armi vincenti restano sempre la prevenzione e l’informazione, come ha sottolineato il prof. Cognetti, coordinatore della ricerca.