Contrastare gli effetti della droga da oggi si può. Lo dimostra uno studio condotto da un team di ricercatori della Yale University School of Medecine di New Haven, i cui risultati sono stati pubblicati sugli Archives of General Psychiatry. Il gruppo, coordinato dal prof. Thomas Kosten, ha effettuato un test su 115 pazienti-campione dipendenti dalla cocaina, sottoponendoli ad una cura di 24 settimane che, nel 38% dei casi, ha prodotto un aumento di anticorpi specifici contro la cocaina. I pazienti coinvolti sono stati suddivisi in due gruppi. Al primo è stato somministrato il vaccino, al secondo un comune placebo. Risultato al termine dei sei mesi di sperimentazione: nei cocainomani del primo gruppo le sostanze euforizzanti della droga venivano bloccate prima che raggiungessero il cervello, innescando quelle sensazioni che causano la dipendenza. Circa il 53% dei soggetti con aumentato livello di anticorpi aveva così dimezzato il consumo di cocaina. La vittoria è ancora parziale: per ora il vaccino anti-coca ha un’azione limitata nel tempo (due mesi). Gli esperti spiegano che il trattamento, per essere durevolmente efficace, richiederà delle vaccinazioni ripetute, per mantenere sempre alto il livello di anticorpi nel sangue. “Inoltre – continuano i ricercatori – occorre uno sforzo per trattenere i soggetti durante le serie iniziali delle iniezioni, poiché i livelli di anticorpi aumentano lentamente durante i primi tre mesi previsti dal protocollo per l’immunizzazione. Occorrono poi altri trattamenti durante il primo periodo di somministrazione per facilitare l’astinenza, per esempio arruolando soggetti dipendenti dalla cocaina già in programma di mantenimento con metadone”.