Dall’omicidio di Hina a quello di Chiara Poggi, senza dimenticare Meredith e Giovanna Reggiani. Quattro donne uccise spietatamente con una violenza inaudita. Questi i recenti fatti di cronaca che hanno messo in evidenza un Paese malato, con situazioni al limite dell’immaginabile. Ogni giorno in Italia è un susseguirsi di stupri, maltrattamenti, omicidi. Vittime le donne sia esse mogli o fidanzate, ma anche figlie e amiche, consumati in modo feroce e senza un’apparente spiegazione.  “La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fin tanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace.” Queste le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan.Una violenza, quella nei confronti delle donne, che assume varie forme: stupri, violenza domestica, induzione alla prostituzione, schiavitù sessuale, maternità o aborti forzati. Non vanno sottovalutati, inoltre, i delitti d’onore, la violenza collegata alla dote, le mutilazioni dell’apparato genitale femminile e altre pratiche e tradizioni dannose. Senza contare, poi, le discriminazioni sul luogo di lavoro, la disparità di retribuzione salariale a parità di mansione rispetto agli uomini e le penalizzazioni in caso di maternità nell’ambito lavorativo privato. In ultimo, non per importanza, gli omicidi.Il rapporto presentato dal Ministero delle Pari opportunità, lo scorso febbraio, non lascia dubbi e mette in evidenza un quadro agghiacciante del nostro Paese. In Italia oltre 14 milioni di donne sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita. Dallo studio, che ha preso a campione 25 mila donne tra i 16 e i 70 anni, intervistate da gennaio a ottobre 2006 con tecnica telefonica, emerge che la maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) e la grandissima maggioranza (oltre il 90%) non è mai stata denunciata per vergogna. Solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l’età media delle vittime: ben un milione e 400mila (il 6,6%del totale) ha subito uno stupro prima dei 16 anni. L’indagine, frutto di una convenzione tra l’Istat – che l’ha condotta – e il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità – che l’ha finanziata con i fondi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza” e “Azioni di sistema”, ha sottolineato come il fenomeno sia più ampio di quello che si crede e più sommerso di quanto si possa immaginare.Un problema preoccupante e, a quanto pare, di difficile soluzione dato che i risultati sono allarmanti nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione portate avanti dalle Istituzioni e dalle Associazioni di volontariato (è attivo anche il numero verde 1522 per denunciare atti di violenza). La donna, purtroppo, continua ad essere considerata come l’anello debole della società, la valvola di sfogo di tensioni di diversa natura non sempre riconducibili a situazioni di disagio sociale o economico. Gli ultimi fatti di cronaca lo dimostrano Il copione è lo stesso: le vittime sono tutte giovani donne, incapaci di difendersi per la loro stessa struttura fisica o perché colte di sorpresa dagli attacchi d’ira e di pazzia di familiari, parenti, amici, fidanzati o ex. Bisogna fare ancora molto a favore delle donne. Servono informazione, prevenzione, leggi e soprattutto coraggio. Per questo sabato 24 novembre verrà celebrata la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Tante scenderanno in piazza, un solo coro le accompagnerà: “Fermiamo la violenza sulle donne, una violenza che non ha scuse”