Josef (Zdenek Sverak) è un professore di letteratura al liceo che, rendendosi conto un giorno di non capire più i suoi studenti, decide di abbandonare l’insegnamento. La decisione giunge come uno choc per Eliska, sua moglie da trent’anni, che adesso si trova tra i piedi tutto il giorno un marito irritabile e permaloso. Ma Josef è convinto di avere ancora molto da dare alla società, e di doversi trovare un altro lavoro. Nessuno di quelli che tenta di svolgere funziona, tantomeno il tentativo come unico corriere sessantottenne in bicicletta di tutta Praga, fino a quando non viene assunto part-time al bancone della resa delle bottiglie in un supermercato locale. Durante il suo tempo al supermercato, Josef scopre che ciò che ha da insegnare alla gente non deve necessariamente venire dai libri: decide quindi di diventare uno studente di vita. Josef è sempre stato un po’ impiccione, e molto presto il suo gentile interessamento alle vite degli altri porta a complicanze che richiederanno soluzioni drastiche.
 Vuoti a rendere (Empties) è l’ultima parte di una trilogia che racconta una vita intera dal regista Jan Sverak e dallo sceneggiatore e attore Zdenek Sverak, nella vita reale padre e figlio. La trilogia ha avuto inizio con il film nominato agli Oscar Scuola elementare (1992) che  esplorava l’infanzia; ha proseguito nella vita adulta con il vincitore del Premio Oscar Kolya (1996) e ora si chiude con Vuoti a rendere (Empties), una storia d’amore che esplora il matrimonio e il pensionamento in una commedia di grande intensità.    “Joseph è un professore sessantacinquenne che non vuole pensionarsi né dal lavoro né dall’amore,” dice lo sceneggiatore e attore Zdenek Sverak del suo protagonista. “La vecchiaia lo ha colto di sorpresa, non riesce più ad affrontare i suoi studenti come faceva prima. Eppure stare a casa con sua moglie è noioso, anche se sarebbe sbagliato dire che non le vuole bene. Quindi si ingegna per trovare qualcosa da fare. Avendo accettato un lavoro di livello piuttosto basso al banco della resa delle bottiglie in un supermercato, capisce che può riuscire a conoscere le persone attraverso quella minuscola finestrella del chiosco. Nell’affollato e anonimo negozio quello è come un rifugio vecchio stile, dove le persone si salutano, si fanno complimenti e chiedono notizie dei figli. Ecco perché quel luogo lo rende così felice.” “Il grande talento di Zdenek sta nello scrivere quello che ha vissuto, e queste tre sceneggiature sono come una mappa della sua esperienza di vita. Scuola elementare riflette la sua infanzia, Kolya esplora la sua vita adulta e Vuoti a rendere (Empties) rispecchia la sua vecchiaia,“ dice Jan Sverak. “Dare un giudizio sui personaggi è compito dei critici. Per me, questa è la storia di un uomo che cerca di capire come va il mondo, e di trovarvi il suo posto senza ferire nessuno. A volte fallisce, ma cerca di guardare sempre il lato positivo. Questo mi porta ad empatizzare con lui. Da bambino, in Scuola elementare, cerca un modello maschile, in Kolya accetta la responsabilità di avere un essere umano che dipende in tutto e per tutto da lui, e di conseguenza diventa un adulto maturo. In Vuoti a rendere (Empties) cerca di accettare la vecchiaia e la sua mortalità. Questa è forse  la sfida più grande ed è per questo che ho amato così tanto fare questo film. Arrivato agli ultimi metri della corsa, il nostro protagonista si pone domande alle quali non sappiamo dare delle risposte soddisfacenti, perché neanche noi siamo capaci di accettare la nostra morte finchè siamo vivi. E questo tema così triste scorre attraverso il nostro film così allegro come un fiume sotterraneo e invisibile, in costante tensione con ciò che sta accadendo in superficie.”