«La Principessa Grace ci ha lasciato l’immagine di un’eleganza inalterabile. Si può non aver visto nessuno dei suoi film, non avere mai visitato il Principato di Monaco, questa immagine resta presente nella mente di tutti come una risposta necessaria alla durezza del mondo in cui viviamo», spiega il curatore della mostra, Frédéric Mitterrand. E prosegue: «Eleganza di una ragazza ricca di Filadelfia che incarnava il sogno americano; eleganza della debuttante delle riviste sofisticate e delle commedie sentimentali che esprimevano l’ottimismo dell’immediato dopoguerra; eleganza del glamour hollywoodiano in technicolor, eleganza della donna innamorata che sceglie liberamente di cambiare il corso della sua esistenza, eleganza di una principessa appartenente ad una delle più antiche dinastie d’Europa, eleganza di una madre irremovibile e di una sovrana che si dispensa efficacemente e senza riserve per i suoi, eleganza di un riserbo sorridente che affascinava i media e di uno stile di vita ipersensibile e poetico che conservava una parte di mistero, eleganza di una bellezza preservata dal perdurare di un fascino giovanile, eleganza di un’epoca della quale fu la passeggera e di cui tutti proviamo nostalgia.La morte prematura della Principessa Grace, avvenuta venticinque anni orsono, l’ha iscritta nella tragica serie dei destini da leggenda, conferendole il risalto intemporale delle favole. Da tempo sappiamo che le favole non sono scritte per i bambini, ma che dicono la verità e interessano tutti. Tuttavia quella di cui la Principessa Grace è l’eroina è certamente una delle più commoventi, perchè è l’ultima dei tempi passati e la prima dell’epoca moderna », conclude il narratore di talento.Il visitatore sarà completamente immerso nei ricordi degli «Anni di Grace Kelly», come sfogliando un album di fotografie, ma scoprendo più in generale lettere, oggetti personali, abiti ed accessori di moda, bande sonore, estratti di film, reportages d’attualità, ecc. «Tutto questo dovrebbe permettere di ritrovare l’universo incomparabile della Principessa Grace e di evocare il significato che comporta , per ognuno di noi, la sopravvivenza del suo ricordo».