Il cappotto come involucro del tempo, un percorso sartoriale e sensoriale attraverso il ‘900. Questo l’obiettivo del’esposizione “CAPPOTTO. Il caldo elegante racconto di un secolo” che debutterà il 25, 26, e 27 Settembre 2010 alla ottava edizione della mostra mercato di Forlì “ Vintage! La moda che vive due volte. L’evoluzione del cappotto come specchio non solo di usi e costumi, ma anche della vita sociale ed economica nel XX secolo. Una mostra con una chiave di lettura inedita: i visitatori diventeranno protagonisti attivi dell’allestimento, scegliendo il proprio tragitto e la propria chiave di lettura per l’intera esposizione. Tre i percorsi proposti, caratterizzati ognuno da un colore differente: Il percorso Verde, incentrato sul background storico e sociale, colloca il capo nel contesto del decennio in cui viene ideato e realizzato.Percorso Blu, la storia del costume attraverso le vite degli stilisti e sarti dei capi in mostra, con un occhio di riguardo alla ricerca tessile e tecnica, per gli addetti ai lavori e gli appassionati di moda.Il Percorso Arancione racconta la vita di ogni cappotto esposto, il viaggio che lo ha condotto sino a noi, dalla realizzazione al disuso e alla riscoperta.In esposizione 30 capi tra maschili e femminili, dai cappotti militari della 1 guerra mondiale al doppiopetto in cachemere anni ’60.. Le forme e i materiali raccontano la storia di un periodo; un cappotto etnico dell’uzbekistan di fine 800 (all’epoca spalmato di albume d’uovo per garantirne l’impermeabilità) apre cronologicamente l’esibizione. Rurale e povero, il cappotto ricavato da pesanti coperte di lana rappresenta gli anni ’30 accanto all’altra faccia della medaglia, la cappa in velluto di seta della famosa sartoria Tortonese di Torino, da poco esposta alla Fashion Space Gallery del London College of Fashion in occasione della mostra dal titolo “Fashion at the time of Fascism”. La mantella è protagonista: ecco la “Capparella”, nata nel mondo contadino e militare, poi adottata da dottori, notai, professionisti e borghesi che nel tempo ne hanno modificato l’aspetto rustico originale, utilizzando tessuti pregiati e decorativi colli in astrakan. L’America del dopoguerra raccontata dai cappotti Lilly Ann e dai soprabiti raffinati foderati in pelliccia, in perfetto stile Doris Day. Gli anni ’60. Una giacca in vicuna, particolare lama oggi protetto poiché in via d’estinzione e due mantelle firmate dal grandeRoberto Capucci. Cappotto ’70: un YSL da uomo bordato in volpe, rivisitazione dello stile cocchiere inglese dell’ 800. A rappresentare gli anni 80 un soprabito ruggine di Romeo gigli e per gli anni 90 un cappotto grigio di Yohji Yamamoto, kult del decennio e pezzo must del vintage del futuro.