Come un fiume, come una valanga, 92 tavoli trasparenti invadono gli spazi del MAXXI: sopra di essi oltre 800 tra documenti, opere ed elementi residuali delle performance realizzate dall’artista dal 1976 a oggi. E’ JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013, a cura di Germano Celant, la grande retrospettiva che il MAXXI dedica all’artista fiammingo (16 ottobre 2013 – 16 febbraio 2014). Jan Fabre, tra i più interessanti artisti contemporanei, pensa alla performance come una esplorazione dei limiti, delle azioni e delle reazioni del corpo, sia interne sia esterne. “Per-for-mance significa una persona che per-fo-ra se stessa e il suo ambiente (è nello stesso tempo un’analisi, una distruzione, un concedersi)” (New York, 20 febbraio 1982).
Durante la sua ricerca, ha disegnato con il suo sangue, ha percorso da Nord a Sud la linea tranviaria di Anversa con il naso sulle rotaie, ha bruciato i soldi degli spettatori, ha invitato critici d’arte a sparargli, ha preso in ostaggio il filosofo Lars Aagaard-Mogensen ed è stato arrestato, si è messo alla gogna nel Museo di Arte Contemporanea di Tokyo, esponendosi al lancio di centinaia di pomodori.
Dalle prime azioni come Money Performance del 1979 e Ilad of the Bic-Art, the Bic-Art Room del 1981,passando per Sanguis/Mantis presentato al Festival Polysonnieres di Lione nel 2001, fino alle ultime prove come Virgin/Warrior performance realizzata con Marina Abramović al Palais de Tokyo di Parigi nel 2004; dai video, i disegni e le tele segnate ossessivamente con una penna a sfera blu ai disegni della serie My body, my blood, my landscape realizzati con il suo sangue nel 1978, JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 presenta un corpus ricchissimo di lavori simile a un flusso di pensieri, un viaggio nella memoria dell’artista che avvolge gli spettatori proprio come gli spazi fluidi dell’architettura disegnata da Zaha Hadid.
Su ognuno dei 92 tavoli, che richiamano i piani di lavoro in vetro su cui lavora l’artista nel suo studio ad Anversa, sono disposti, in modo da formare piccoli racconti, disegni, thinking models, collages, film, foto, documenti e oggetti iconici come costumi e sculture dalle decine di performance e azioni, sia private che pubbliche, realizzate da Jan Fabre in circa 40 anni.
I tavoli coprono l’intera superficie del percorso espositivo, nella Galleria 4 del MAXXI, seguendo, proprio come un fiume, il dislivello del pavimento. Lo spettatore sarà come “trasportato” da un flusso, immerso in un canyon dove i lavori invadono anche le pareti fino al soffitto e i tavoli, seguendo questa ideale corrente, entrano nelle pareti stesse.
Senza distinzione tra gli oggetti, con un semplice andamento cronologico, JAN FABRE. STIGMATA. Actions & Performances 1976-2013 non si limita a una presentazione di opere, ma vuole restituire la “modalità di pensiero” che ha portato Fabre a realizzare i suoi lavori, sottolineando quella febbre narrativa che spesso accompagna gli artisti che realizzano performance, opere che “fisicamente” non esistono se non nella loro documentazione.