La straordinaria mostra dedicata a Escher, ospitata presso Palazzo Bonaparte a Roma fino al prossimo 1 aprile, rappresenta un evento senza precedenti per celebrare il centenario della sua prima visita nella Capitale nel lontano 1923. L’olandese maestro dell’illusione e dell’immaginazione, M.C. Escher, torna a Roma con una esposizione eccezionale e completa, la più grande mai dedicata a lui.

Escher, figura inquietante, riservata e indubbiamente geniale, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte con le sue incisioni e litografie, trasportando il pubblico in mondi immaginifici e impossibili, dove convergono arte, matematica, scienza, fisica e design. La mostra non solo esplora i suoi capolavori più celebri, ma presenta anche numerose opere inedite, mai esposte prima, rendendo l’esperienza unica per appassionati di arte, matematica, geometria, scienza e design.

L’esposizione comprende una straordinaria antologica di circa 300 opere, tra cui l’iconica “Mano con sfera riflettente” (1935), “Vincolo d’unione” (1956), “Metamorfosi II” (1939), “Giorno e notte” (1938), la celebre serie degli “Emblemata” e molte altre opere di grande rilevanza artistica.

Un ulteriore elemento che arricchisce il percorso espositivo è la ricostruzione dello studio di Escher a Baarn, in Olanda, con l’esposizione degli strumenti originali, tra cui il cavalletto portatile, utilizzati dal Maestro per creare le sue opere. Questo offre al pubblico un’immersione completa nel processo creativo di Escher.

Un capitolo significativo della mostra è dedicato al periodo romano dell’artista, che visse nella città per dodici anni, dal 1923 al 1935. La forte influenza di questo periodo sulla produzione artistica di Escher è evidente nelle litografie e incisioni incentrate su paesaggi, scorci, architetture e vedute della Roma antica e barocca, esplorate con particolare attenzione alla dimensione notturna. La mostra presenta anche la serie completa dei “notturni romani” prodotta nel 1934, tra cui opere suggestive come “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere”, “Piccole chiese, Piazza Venezia”, “Santa Francesca Romana”, e “Il dioscuro Polluce”.

Inoltre, sarà possibile ammirare opere che rappresentano i fasti dell’antica Urbe, come “Roma (e il Grifone dei Borghese)” del 1927, “San Michele dei Frisoni, Roma” del 1932 e “Tra San Pietro e la Cappella Sistina” del 1936. Le notti trascorse a disegnare, immerso nella luce fioca di una lanterna, sono tra i ricordi più belli di Escher di quel periodo, e questa mostra offre un’opportunità unica di immergersi nell’atmosfera di quegli indimenticabili momenti creativi.

In conclusione, la mostra a Palazzo Bonaparte si configura come un’esperienza straordinaria per esplorare l’opera di M.C. Escher, offrendo non solo una panoramica completa delle sue opere più celebri ma anche una visione approfondita del suo legame con Roma e del suo processo creativo. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte, della matematica e della creatività senza confini.