La rassegna Da Rembrandt a Vermeer Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ’600, rappresentativa del “Secolo d’Oro” dell’arte fiamminga ed olandese, vuole indagare lo sviluppo del genere degli interni domestici dedicati allʹintimità familiare, testimonianza del rinnovato contesto sociale e dei valori civili dell’Olanda del Seicento.
Per la prima volta in Italia sarà finalmente possibile ammirare una ricca selezione di opere appartenenti alla più importante collezione al mondo di dipinti fiamminghi e olandesi del XVII secolo, quella della Gemäldegalerie di Berlino, composta da capolavori quali Il cambiavalute di Rembrandt a la Ragazza col filo di perle di Vermeer.
“L’esposizione ‐ dichiara il Prof. Emanuele ‐ nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Roma e la Gemäldegalerie, in seguito alla decisione della Fondazione di contribuire all’iniziativa di portare a Berlino la mostra di Sebastiano del Piombo presentata a Palazzo Venezia a Roma. Proprio dalla Gemäldegalerie ci giungono le opere esposte al Museo del Corso. Da una prospettiva storico-artistica la mostra ‐ continua il Prof. Emanuele ‐ si preannuncia come una delle più importanti organizzate dalla fondazione negli ultimi anni. Vuole offrire ai visitatori un nucleo fortemente rappresentativo di un genere poco visibile nei musei italiani e, perseguendo la filosofia della Fondazione, valorizzare l’arte come strumento di conoscenza e dialogo, capace di impostare un leale ed aperto confronto con le culture degli altri popoli”.
Attraverso i 55 capolavori esposti i visitatori avranno l’opportunità di conoscere l’arte e la cultura delle Fiandre e dell’Olanda durante il loro “Secolo d’Oro”. Il percorso evidenzia l’alto grado di sviluppo raggiunto dalla cultura pittorica dell’arte olandese in un periodo storico caratterizzato da cambiamenti significativi a livello culturale, politico, economico e religioso. Allo stesso tempo chiarisce quanto radicate e profonde fossero, negli stessi anni, le differenze tra l’Italia e i Paesi Bassi nell’estetica e nella realtà sociale, pur esistendo dei parallelismi dovuti all’influenza che l’arte italiana ebbe in artisti come Rubens o Van Dyck.