La luce elettrica annullava le differenze tra il giorno e la notte, facendo sfavillare vetrine ricolme di ogni ben di Dio, caffè, teatri, cabaret e cinema dove vorticavano gli incontri.
Tutto sembrava permesso e possibile. Denaro e ottimismo parevano destinati a non finire mai, accendevano i sensi e garantivano l’appagamento di ogni voglia. Persino le malattie facevano meno paura. A tenerle a bada intervenivano le continue scoperte della scienza.
A Parigi si innalzava la Tour Eiffel e si vivevano i fasti dell’Esposizione Universale, si celebrava il ritorno delle Olimpiadi. Un milione di chilometri di binari attendeva merci e viaggiatori, nuovi e lussuosi modelli di automobili sfrecciavano lungo strade piene di vita, rese ancora più colorate dai grandi manifesti che affermavano il nuovo modo di vendere e di vivere.
Euforia e frivolezza dominavano, anche se sotto la superficie serpeggiavano i virus di un malessere che sfociò nel dramma della Grande Guerra.

L’arte seppe farsi specchio di questi tempi. Registrando il trionfo del “beau monde”, un Paradiso in terra apparentemente in scalfibile, minato, o forse solo sottolineato, dai più diversi eccessi.
Così in Francia, ma anche in Italia.
Paese, il nostro, che visse i “bei tempi” forse in modo un po’ meno splendente, rilucente e intenso che nella capitale d’oltralpe. Tuttavia, “bei tempi” magici e unici.
Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos, Gioli, Mariani e Chini vivendo tra l’una e l’altra capitale mutuarono l’allure parigina coniugandola ai fermenti italiani. Altri artisti, da Casorati, Mancini, Innocenti, Bonzagni, Bocchi sino allo stesso Cavaglieri, hanno reso eterni quei momenti, quei protagonisti, quelle atmosfere.
Proprio dell’arte in Italia tra 1880 e 1915 darà conto, per la prima volta in modo veramente compiuto, la grande rassegna che aprirà i battenti il 10 febbraio 2008 a Palazzo Roverella di Rovigo. A volerla, quasi a ideale seguito della recente, fortunata esposizione monografica su Mario Cavaglieri, sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e l’Accademia dei Concordi con gli Enti locali. A curarla sono stati chiamati Dario Matteoni e Francesca Cagianelli che, coadiuvati da un comitato scientifico di prim’ordine, condurranno in porto questo grande progetto.

La mostra concentrerà a Palazzo Roverella circa 130 dipinti e una ventina di affiches. Per raccontare, lungo il fil rouge del ritratto femminile, ma non solo, le mode e le pose, le pause dell’intimità e della ricreazione, i momenti pubblici con le escursioni al parco o alle riviere, le promenade e i rendez-vous, le sfilate di moda, le gite al lago o al mare, la vita notturna nei teatri e nei tabarin, i veglioni, i casinò, le passeggiate a cavallo, i riti mondani, le galanterie ma anche i vizi e gli eccessi di quest’epoca.
Al centro sempre lei, la donna. Tra vanità e seduzione, tra l’autoreferenzialità del lusso, fantasie e vanità senza freno e gli estremi dell’alcol e della morfina. Specchio di un tempo nel quale l’obbligo della felicità, imprescindibile, diventava sempre più emotivamente oneroso.La Belle Epoque
Dal 10 febbraio al 13 luglio 2008
Palazzo Roverella, Via Laurenti
feriali 9.00-19.00; sabato 9.00-21.00
festivi 9.00-20.00; Chiuso i lunedì non festivi