Dal 2 dicembre 2007 al 8 marzo 2008 La terza camera di Flavio Favelli installazione site-specific continua la rassegna che si è aperta nel febbraio 2007 con la mostra di Botto & Bruno – Waiting for the early bus.

La terza camera era la camera meno usata della casa sull’Appennino. Nella prima camera dormivano i nonni e nella seconda i miei genitori. Nella terza camera ci si mettevano i mobili in più, le pere a maturare, alla sera i cuscini a fiori audaci del dondolo del giardino. (.) Terza Camera trae ispirazione da quella terza camera. Spesso si accavallavano i ricordi e molte stanze che spesso vedo nella mia mente assomigliano alla terza camera che oramai non c’è più. Il ricordo di quella stanza è a volte nitido e appare completo all’interno del luogo dove sono come una proiezione sospesa.(F. Favelli)

La forza dell’opera di Favelli sta nella capacità di imporre a un luogo pubblico una dimensione privata, attraverso dettagli che conducono a luoghi familiari della nostra memoria, frammenti che spesso generano una struggente malinconia. Il lavoro dell’artista coinvolge dunque la nostra psiche spingendoci a decifrarne i rimandi simbolici che contiene.

Gli spazi creati da Favelli sono luoghi fisici e solidi ma nello stesso tempo sono anche luoghi mentali fatti di citazioni di spazi del nostro passato e dei nostri ricordi. L’artista affronta il suo lavoro come un artigiano che alle sue creazioni aggiunge un ingrediente fondamentale: la memoria.
Nelle sue installazioni lo spazio pubblico è tale solo quando è vuoto perché con il passaggio di ogni individuo si riempie delle sue memorie, di ricordi unici che rimangono nello spazio.
L’artista ricostruisce interi ambienti totalmente anacronistici, perché hanno completamente perduto la loro funzione originaria e la loro aura. Rimettendone a posto i pezzi, Favelli è in grado di “ristrutturare” un pezzo di passato nel tempo di oggi, ma anche il tempo di ieri nello spazio di oggi. Nel momento in cui l’artista ricostruisce filologicamente un oggetto o un ambiente, gli restituisce anche l’aura, reinserendolo nella realtà non solo come immagine ma anche come struttura funzionale.
Il giovane artista capovolge il rapporto pubblico/privato attraverso la ricostruzione di un interno domestico. Alla dimensione collettiva del consumo di massa rappresentato dal centro commerciale, si contrappone un luogo fortemente connotato, una stanza che è contenitore di sogni, visioni e memorie personali.

L’artista interviene sullo spazio espositivo di CinecittàDue Arte Contemporanea, dividendolo in due ambienti contigui, speculari e identici, collegati da un corridoio.
In ciascuno di essi viene ricreata una stanza in cui su di una sorta di palco/espositore vengono esposti oggetti del passato rinnovati e rielaborati dall’artista.  Attraversando il corridoio lo spettatore può osservare solo una stanza alla volta e con uno scarto di tempo tale da conferirgli l’impressione di un deja vu, come se vedesse per la seconda volta una immagine dal passato, un sogno, una visione.
Il carattere frammentario e autoriflessivo delle installazioni di Favelli è stato spesso accostato all’atteggiamento che assume Marcel Proust nella Recherche, in cui lo scrittore manipola con straordinaria abilità il passato e il ricordo. Come Proust, Favelli maneggia schegge di memoria e vita vissuta, trasformandole in materia viva, connessa con il presente: è come se mi voltassi sempre indietro ha scritto una volta l’artista.
 ART IN THE CITY
Flavio Favelli. La Terza camera
dal 2 dicembre 2007 al 8 marzo 2008
Orario: dal lunedì al sabato, dalle ore 11.00 alle ore 19.30 aperti domenica 2 – 9 – 16 – 23 – 30 dicembre
Ingresso libero
Cinecittàdue Arte Contemporanea, Centro Commerciale Cinecittàdue
Viale Palmiro Togliatti 2, 00173 Roma
Informazioni: 06-7220910 / fax 06-7220891
direzione@cinecittadue.com