La fotografia è di per sé un percorso di decontestualizzazione dell’immagine: estrapola l’oggetto dall’ambiente originario e lo fissa sulla pellicola. Tuttavia non è corretto affermare che in questo cristallizzarsi delle cose l’immagine trovi la sua fine. Le foto dipinte di Andrea Samaritani, esposte nel corso della Notte Bianca di Pieve di Cento, dal 21 settembre, sono una dimostrazione concreta di come la fotografia non conosca una sola esistenza ma si possa configurare, anzi, come una storia a bivi, in grado di prendere la direzione che l’occhio e la mano dell’artista decidono dispoticamente per essa.  Sono 3 le mostre gratuite che, segnando lo scavalcamento della linea di confine tra artista e fotografo puro, offrono un terreno di esibizione alla reinterpretazione dell’immagine. Pescate da un archivio di 500.000 fotografie, appartenenti all’agenzia Meridiana Immagini, le stampe a colori vengono stampate in bianco e nero su carta acquarello 24×33 e dipinte con colori acrilici. La nuova vita delle figure e dei soggetti passa attraverso un’apparente anarchia cromatica che stabilisce nuove definizioni tonali e sfumature che negano i canoni indicati dall’esperienza del reale. Le immagini reinterpretate si dividono in vari filoni. L’esposizione generica, che si apre la sera del 21 settembre alla Galleria Il Ponte, riguarda una pluralità di soggetti: dalle figure umane, semplici comparse o personaggi noti (Renzo Imbeni, Vladimir Luxuria, Cicciolina, Bergonzoni…), all’analisi del corpo; dalle sculture agli itinerari culturali (sui luoghi di Fellini, Bassani, Svevo, Joyce, D’Annunzio e altri), fino agli omaggi ad artisti come Quinto Ghermandi e Sergio Zanni. In quest’ultima serie, un caso a parte è rappresentato dallo sguardo a Rothko, citato con una variante tecnica basata sull’inversione del processo di trattamento: la stesura del colore sulla carta precede la stampa delle silhouette.Non esisteva forse luogo più adatto di una “cattedrale” del cibo come l’Osteria Pane e Vino per ospitare il filone dedicato alla gastronomia. L’immagine, catturata e rapita dalla macchina fotografica una prima volta, torna in un certo senso nel proprio contesto naturale. Ma lo fa dopo essere passata attraverso un percorso che l’ha mutata profondamente, cambiandone il senso e l’aspetto. E’ un viaggio a ritroso nel tempo che disperde le molecole e muta non solo la forma ma anche il concetto. E alla fine, sulla tavola, il soggetto del fotografo appare ora come l’opera dell’artista. Infine alla Sala della Partecipazione Agraria, durante la notte bianca del 22 settembre, un unico lavoro interpreta il gruppo scultoreo “Amici” in terracotta di Nicola Zamboni, collocato nel giardino dell’Opera Pia Galuppi. Presentata da Graziano Campanini, la serie di esposizioni si inaugura alla Galleria il Ponte di Pieve di Cento (BO) venerdì 21 settembre 2007 alle ore 21, per chiudersi sabato 20 ottobre. Apertura tutti i giorni, (lunedì escluso), dalle 16 alle 19, e domenica pomeriggio solo su appuntamento.   Per informazioni: Galleria Il Ponte, info Andrea Maccaferri, via Ponte Nuovo 23h, 40066 Pieve di Cento (BO)Tel. 051-6861130, 348-5246883, 338-1913372www.ilponte04.itinfo@ilponte04.it Sito dell’artista: www.andreasamaritani.it