La definizione, intesa come imposizione di confini fisici e di concetto, è la peggiore nemica dell’arte. Perché l’arte necessita di un campo aperto, in grado di garantire lo spazio per le frenate brusche, le improvvise accelerazioni, gli scatti brucianti e le rovinose cadute.  Non servono gabbie all’arte. Ma strumenti e mezzi da riconvertire, da inventare, da scoprire quasi per caso e da utilizzare con profonda convinzione. Nelle opere di Demosthenes Davvetas, il confine è stato cancellato con lo stesso furore che spinge la rivolta ad abbattere la porta di una Bastiglia. É la convivenza, non l’esclusività, a dominare dipinti che non sono dipinti ma forme concrete di scrittura totale, esito dell’unione non solo tra diverse modalità espressive, ma anche della contaminazione tra epoche e correnti artistiche disposte dal tempo su livelli che non conoscono tangenza o intersezione e che trovano invece qui un ideale luogo di dialogo sospeso in una posizione che non conosce cronologie. La tradizione classica si coniuga alle influenze pop dei colori acidi, forti e brillanti, in opere che sono frutto di vita e passione, intese come amore incondizionato per la libertà e forte contrasto al timore della libertà stessa. Greco di nascita, parigino d’adozione, figlio acquisito, per merito e stima, da Joseph Bueys, Demosthenes Davvetas è straordinario esponente di quello che Pierre Restany ha chiamato, così ingegnosamente eludendo le definizioni categoriche della critica, umanesimo planetario, ad indicare una ‘corrente’ che prende spunto da tutto e che da ogni cosa è sospinta e ampliata nei propri modi e nei propri esiti.  Dal 14 settembre al 28 ottobre 2007, alla Galleria Spazio Gianni Testoni LA 2000+45 di Via d’Azeglio 50 a Bologna, “L’immagine al di là delle parole” espone una serie di lavori di questo artista poliedrico e convinto seguace del multiculturalismo, che ama fortemente la vita e l’umanità, che ne è la forma d’espressione privilegiata. All’inaugurazione di venerdì 14 settembre, prevista per le 18,30, Davvetas stesso sarà in galleria, impegnato in una performance, (o meglio, un’antropografia) in collaborazione con la stilista bolognese Lavinia Turra e il suo atélier Nous Sommes Hysteriques. La mostra sarà anche l’occasione per presentare il volume sulle opere e le frasi poetiche di Davvetas L’Immagine al di là delle parole, curato da Alberto Mattia Martini e Maria Luisa Vezzali,  pubblicato da Book Editore e Spazio Gianni Testoni La 2000+45.  Per informazioni:   SPAZIO GIANNI TESTONI LA 2000+45Via D’Azeglio 50 40123 BOLOGNATel. 051/371272 – 051/580988Fax 051/4153252la2000+45@giannitestoni.it www.giannitestoni.it   Apertura:dal martedì al giovedì dalle 16.00 alle 20.00Venerdì e sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00Domenica e lunedì chiuso