Le spiccate abilità espressive ed intellettuali dell’artista Jaume Queralt, trasportano inevitabilmente la sua arte al di là del senso comune e procedendo gradualmente attraverso un processo dialettico, prima disvela la tirannia della forma data come ideale e mediata da un logos che si da come assoluto ma che, sottoposto alla riflessione mostra la sua sostanziale soggettività ed apocrificità con determinazioni crudelmente paradossali e contraddittorie, poi avanza fino ad insediarsi nelle strutture categoriali penetrandole nella loro essenzialità simbolica per poi deformarle violentemente con gesti profondamente ispirati, fratturando così la gabbia del vecchio logos e creando nuovi spazi vitali, più innocenti, più autentici più spirituali.

Queralt vive profondamente la separazione tra arte e vita della contemporaneità , è pienamente consapevole che la bellezza non è più promessa di felicità e che il vecchio senso è stato oltrepassato ed ormai si è confuso con gli altri infiniti sensi. Il suo variegato atteggiamento pittorico testimonia diversi momenti e gradi di ricerca e di consapevolezza. Nel momento figurativo penetra la memoria e rievoca spazi ed oggetti puerili misteriosamente intrisi di una melanconia nostalgica decisamente poetica.

L’aria decadente che pervade la dinamica rappresentativa non riporta ad un innocenza fiabesca di un’infanzia ormai perduta e di una conciliazione da riconquistare, ma piuttosto ad un’ innocenza che in questa forma razionale assolutamente relativa, nonostante il trionfo tecnologico, non si è mai data e che mai si darà, da cercarsi altrove. Questa ricerca si carica di pathos nel momento espressionista dove il movimento negativo dialettico arriva a consumare la forma ideale con figure talvolta macabre e grottesche, con una potenza comunicativa fin troppo eloquente. Il senso esteriore si mescola alla carica emotiva alienata dei personaggi, in un discorso maledettamente concreto e razionale.

Le forme umane violentate da un sistema deterministico quasi perverso sono incluse in uno spazio denso e soffocante e ridotte a funzione vengono prima amputate della loro umanità, poi recluse e rifiutate, pudridendo in una condizione profondamente dolorosa. Queralt non giustifica tutto questo rassegnandosi al dato di fatto, la sua non è una denuncia sociale fine a se stessa che sfocia in un atteggiamento vittimistico e dunque pessimistico nei confronti dell’ esistenza, non si ferma all’analisi del sistema dicendo si purtroppo è così e non possiamo farci niente, la sua non è una fuga dalla realtà, anzi la penetra eroicamente nelle sue tessiture formali e caricandosi di tutta questa deprimente disperazione dischiude la contraddizione con la quale tenta di aprire nuovi spazi vitali più autentici, più spirituali.

Nella geometria creativa infatti disintegra la forma data riducendola all’essenziale ed attraversandola contropelo ne isola le componenti geometriche. Spazio e tempo seguono una dinamica personale così da trasferire la composizione formale interna in una dimensione soggettivamente metafisica. La smania creativa spinge Queralt ancora oltre portandolo ad indagare l’orizzonte simbolico ed onirico prime essenze di ogni possibilità formale per comprenderle e superale nella proposizione di nuove forme creative più amene e vitali restituendo così spazio alla speranza e alla possibilità, in una dimensione magica ed esoterica da cogliere intellettivamente.

L’eccellente qualità pittorica dell’artista è quella dei grandi maestri, le sue opere si mostrano fortemente comunicative e raffinate, le pennellate sono rapide, materiche e modulate con una predilezione delle tinte grige, nelle quali colori più decisi si stagliano sulla tela in un grande equilibrio cromatico e compositivo. Le straordinarie abilità tecniche e creative rendono legittimamente Queralt un arista di calibro internazionale. (Lorenzo Echeoni)

“Obra Creativa”
Sabato 14 aprile ’07 ore 18,00
Galleria “Palazzo Margutta” Via Margutta,55 – Roma 06 3207683 – 06 23 14 864
la mostra proseguirà fino al 21 aprile 2007 orario 10,30/13,00 – 16,00/20,00