Esuberanza, allegria, vigore, umorismo inteso come forza vitale, questi i tratti assegnati a Calder (nato a Lawnton in Pennsylvania nel 1898 e deceduto a New York nel 1976) da James Johnson Sweeney nel catalogo della retrospettiva al Museum of Modern Art di New nel 1943, la mostra che consacrò l’artista tra i principali interpreti del suo tempo.  Dopo una laurea in ingegneria, gli studi all’Art Students League di New York e una protratta immersione nell’avanguardia parigina durante gli anni venti, nel decennio successivo Calder realizzò i suoi primi Mobile, cui fu Marcel Duchamp a dare il nome. In queste sculture, destinate ad un’enorme popolarità, l’artista armonizzò forma, colore e movimento in un insieme essenziale, concepito dallo stesso Calder come un “universo”, dove “ogni elemento può muoversi, spostarsi, oscillare avanti e indietro in un rapporto mutevole con ciascuno degli altri elementi”.
Al Palazzo delle Esposizioni saranno esposte oltre 150 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private e dalla Fondazione Calder, articolate in un itinerario cronologico mirato a indagare l’intero percorso creativo dell’artista. Aprono il percorso espositivo le sculture in filo di ferro (Wire Sculpture) di acrobati, animali e ritratti, realizzate soprattutto negli anni venti a Parigi, in alcune delle quali per la prima volta è contemplato il movimento in una dimensione di divertita ironia. Una serie meno nota di piccoli bronzi del 1930 con figure di contorsionisti e acrobati, permette di osservare come l’artista abbia declinato l’idea di movimento tramite la sperimentazione di tecniche diverse.  L’adesione di Calder all’astrattismo, avvenuta dopo la visita allo studio parigino di Mondrian, è documentata da un’importante selezione di opere. Attraverso alcuni capolavori realizzati intorno alla metà degli anni trenta, si può seguire l’interesse di Calder per le forme biomorfiche e la sua vena surrealista.  Focus della mostra sono i Mobile che l’artista ha realizzato durante l’intero arco della sua attività, lavorando artigianalmente le lastre di metallo di fattura industriale. Ugualmente, è esposta una significativa selezione di Stabile, le sculture da terra così nominate da Hans Arp. La pittura, che l’autore ha espresso soprattutto attraverso il mezzo agile e dinamico della gouache su carta, è documentata nel suo sviluppo cronologico. La mostra si conclude con due distinte sezioni: una dedicata ai film d’autore su Alexander Calder nella quale sono proiettati film di Hans Richter (1948), Herbet Matter (1950), Carlos Vilardebo (1961) e un’altra alle fotografie di Ugo Mulas sull’artista.
Calder
Dal 23 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010Palazzo delle Esposizioni – Roma, via Nazionale 194
Orario: domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30. Lunedì chiuso.
L’Ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.
Biglietti: Intero € 12,50 – ridotto € 10,00