“A volte mi chiedono: ‘Qual è la foto che preferisci tra quelle che hai realizzato?’.Non saprei, non mi interessa. Mi interessa di più la mia prossima fotografia, o il prossimo luogo che visiterò.”

Così Henri Cartier-Bresson in mostra a Roma, Museo dell’Ara Pacis fino al 25 gennaio 2015. Realizzata dal Centre Pompidou di Parigi e curata da Clément Chéroux, storico della fotografia, la grande retrospettiva arriva a Roma a dieci anni esatti dalla morte del grande fotografo. Geniale per l’intuizione visiva, capace di cogliere attimi fugaci della quotidianeità e grandi avvenimenti storici.

La mostra è un percorso cronologico, ben allestito, che racconta i tre periodi caratterizzanti la sua opera: il primo, dal 1926 al 1935, in cui frequenta i surrealistie affronta i suoi primi grandi viaggi; il secondo, dal 1936 al 1946, il momento dell’impegno politico e dell’esperienza del cinema;il terzo periodo, dal 1947 al 1970, va dalla creazione della cooperativa Magnum Photos fino allafine della sua attività di fotografo.

Attraverso 500 opere tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti, vengono evidenziate le mille sfaccettature della personalità di Henri Cartier-Bresson considerato il pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l’appellativo di “occhio del secolo”.

Seguiteci in questo viaggio alla scoperta della vita e delle opere di un genio della fotografia: Dagli anni di apprendistato, i rapporti con gli americani a Parigi, le influenze fotografiche, il viaggio in Africa fino alla fascinazione per il Surrealismo e le peregrinazioni fotografiche in Spagna, Italia, Germania, Polonia e Messico, si arriva poi all’impegno militante (a New York con Paul Strand e il Nykino group, a Parigi con Jean Renoir e l’Associazione degli artisti e scrittori rivoluzionari) e ai rapporti con la stampa comunista con Robert Capa e Louis Aragon.

E ancora. Il film sulla Guerra civile spagnola, l’attività durante la Seconda guerra mondiale (come fotografo dell’esercito, prigioniero, fuggiasco e combattente della Resistenza) per documentare il ritorno dei prigionieri. Gli anni della fondazione dell’Agenzia Magnum Photos, i reportage in Cina e in India,i funerali di Gandhi. Henri Cartier- Bresson fu il primo fotogiornalista a entrare in URSS dopo la morte di Stalin. E poi troviamo Cuba, “L’Uomo e la Macchina” e la serie Vive la France.
Il nostro viaggio si conclude con il momento in cui “l’occhio del secolo”abbandona il reportage per approdare ad un tipo di fotografia più contemplativa e meno obbligata.

Ogni fotografia è un racconto  fatto di sentimenti, di passioni, di grande osservazione: “Sono visivo – diceva Cartier Bresson – […]. Osservo, osservo, osservo.
È con gli occhi che capisco”. Imperdibile!