“L’Europa – il mondo – non ha che un solo Canova” scriveva Lord Byron nei primi anni del 1800. L’affermazione del poeta e politico inglese torna di attualità in occasione della mostra Ottocento. Da Canova al Quarto Stato – alle Scuderie del Quirinale di Roma dal 29 febbraio al 10 giugno. Infatti, la tesi principale che guida l’iniziativa, curata da Maria Vittoria Marini Clarelli, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, è documentare la grandezza dell’arte italiana del XIX secolo, dimostrando che Canova, Segantini, Boldini, Hayez, tanto per citare alcuni degli artisti dell’epoca presenti in mostra, realizzarono opere di una qualità pari, e in alcuni casi superiore, a quelle degli altri paesi europei, Francia inclusa.  La mostra riunisce, per la prima volta, oltre 100 capolavori dell’800 italiano, in grado di raccontare come pittori straordinari, tra Roma e Milano, Firenze e Napoli, abbiano lottato in contesti e situazioni storiche difficili, per realizzare opere che fossero all’altezza della migliore tradizione nazionale.  Appiani, Palagi, Hayez e i rappresentanti della Scuola Romantica a Milano, i Macchiaioli – Fattori, Lega, Signorini – a Firenze, i vedutisti della Scuola di Posillipo e Morelli a Napoli, hanno reinterpretato il lento, spesso dorato, tramonto dell’ideale classico e delle regole ritenute immutabili dell’ Accademia, realizzando, in nome dei grandi ideali del Risorgimento e dei conflitti esistenziali nei Romantici, una pittura che desse conto della semplice natura e della vita quotidiana nei Macchiaioli, dei misteriosi percorsi dell’animo in Morelli, creando così una nuova idea di bello che corrispondesse alle inquietudini dell’uomo moderno.  Il percorso espositivo si compone di 130 opere di 72 autori che raccontano storie suggestive o rappresentano testimonianze storiche ben precise e cambiamenti sociali in atto. Tra i capolavori, il Bacio di Francesco Hayez, dipinto che raramente lascia le sale della Pinacoteca di Brera di Milano, il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, l’opera più grande tra quelle esposte con in suoi 283 cm di altezza e i 5 metri e mezzo di larghezza, il Napoleone Bonaparte presidente della Repubblica Italiana di Andrea Appiani (1803), primo ritratto assoluto di Napoleone.